Mentre Francia, Germania e Regno Unito sono pronti ad adottare lo Special Purpose Vehicle, lo strumento finanziario che permetterà di continuare a fare affari con l'Iran nonostante le sanzioni, per i 40 anni della Rivoluzione islamica di Khomeini il regime di Teheran ha sfidato la comunità internazionale sfoggiando un super missile in grado di raggiungere obiettivi fino a 1.300 chilometri di distanza, quindi in grado di colpire Israele, l’Arabia Saudita e l’Europa stessa. E se venissero lanciati dalla Siria, dove i Pasdaran sono stabili, il territorio sotto scacco sarebbe molto più ampio, a maggior ragione se gli iraniani montassero le rampe di lancio su qualche nave, che renderebbe a portata di mano qualsiasi obiettivo.
Il premier israeliano Netanyahu ha subito dichiarato che, nonostante l’Iran abbia mostrato apertamente la sua intenzione di distruggere lo Stato ebraico, Israele sa cosa stia preparando e dove, e non gli permetterà in alcun modo di portare a termine tale progetto.
Anche il presidente americano Trump ha prontamente risposto alla provocazione iraniana annunciando che lascerà le truppe schierate in Iraq per proteggere Israele e avere la possibilità di tenere sotto controllo le attività militari di Teheran.
Gli Stati Uniti erano usciti dall’accordo sul nucleare con l’Iran proprio perché volevano una nuova intesa complessiva che, oltre lo stop allo sviluppo delle armi atomiche, prevedesse anche un limite all’incremento dei missili a lunga gittata.
Netanyahu ha poi annunciato la costruzione di una barriera sotterranea di 10 metri per 60 chilometri al confine con Gaza, per impedire infiltrazioni di terroristi attraverso i tunnel, e ha garantito che, se l’Iran continuerà a fomentare le violenze di Hamas, l’esercito israeliano risponderà agli attacchi.
Il premier teme che le aggressioni palestinesi con razzi e aquiloni incendiari contro la popolazione civile al confine con Gaza possano influenzare negativamente il voto alle prossime elezioni, favorendo l’ex ministro Lieberman, che aveva criticato la politica di appeasement nei confronti di Hamas al sud per dedicarsi alle minacce di Hezbollah al nord, e soprattutto avvantaggiando il Generale Gantz, che potrebbe ottenere 15 seggi grazie a una campagna contro i politici di professione.
Ma Netanyahu teme anche il Procuratore Generale che intende incolparlo per corruzione, e ha aperto un canale televisivo tramite web per difendersi direttamente dalle accuse dei media.
La corrispondenza di Massimo Caviglia
Il premier israeliano Netanyahu ha subito dichiarato che, nonostante l’Iran abbia mostrato apertamente la sua intenzione di distruggere lo Stato ebraico, Israele sa cosa stia preparando e dove, e non gli permetterà in alcun modo di portare a termine tale progetto.
Anche il presidente americano Trump ha prontamente risposto alla provocazione iraniana annunciando che lascerà le truppe schierate in Iraq per proteggere Israele e avere la possibilità di tenere sotto controllo le attività militari di Teheran.
Gli Stati Uniti erano usciti dall’accordo sul nucleare con l’Iran proprio perché volevano una nuova intesa complessiva che, oltre lo stop allo sviluppo delle armi atomiche, prevedesse anche un limite all’incremento dei missili a lunga gittata.
Netanyahu ha poi annunciato la costruzione di una barriera sotterranea di 10 metri per 60 chilometri al confine con Gaza, per impedire infiltrazioni di terroristi attraverso i tunnel, e ha garantito che, se l’Iran continuerà a fomentare le violenze di Hamas, l’esercito israeliano risponderà agli attacchi.
Il premier teme che le aggressioni palestinesi con razzi e aquiloni incendiari contro la popolazione civile al confine con Gaza possano influenzare negativamente il voto alle prossime elezioni, favorendo l’ex ministro Lieberman, che aveva criticato la politica di appeasement nei confronti di Hamas al sud per dedicarsi alle minacce di Hezbollah al nord, e soprattutto avvantaggiando il Generale Gantz, che potrebbe ottenere 15 seggi grazie a una campagna contro i politici di professione.
Ma Netanyahu teme anche il Procuratore Generale che intende incolparlo per corruzione, e ha aperto un canale televisivo tramite web per difendersi direttamente dalle accuse dei media.
La corrispondenza di Massimo Caviglia
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