Ci sono volute 72 ore per trovare i due terroristi autori del massacro con l’accetta a Elad, scoperti in un bosco. Tre giorni in cui i soldati israeliani hanno perlustrato grotte, corsi d’acqua e tunnel in un’area molto vasta. Ma la soddisfazione per la cattura dei due attentatori si è trasformata subito in una riflessione politica sulla sicurezza. Innanzitutto perché i due terroristi, che non hanno opposto resistenza all’arresto, beneficeranno del vitalizio dell’Autorità Palestinese, un vero incoraggiamento a compiere attentati che garantiscono una rendita anche alle famiglie dei terroristi. E poi il continuo incitamento a compiere stragi da parte di Yahya Sinwar, il leader di Hamas. Dalla popolazione israeliana, provata dallo stillicidio di attentati di queste settimane, sono giunti appelli ad eliminare il capo di Hamas con la tecnica degli omicidi mirati. Ma l’Esercito israeliano ha vivamente sconsigliato al responsabile della Sicurezza di portare a termine l’operazione, perché non sarebbe un modo risolutivo di mettere fine al terrorismo. Le organizzazioni palestinesi a Gaza risponderebbero con più omicidi all'interno delle città israeliane, lanciando anche missili su Tel Aviv. E comunque nascerebbe un nuovo leader di Hamas. La spirale di violenza ha già portato però un risultato politico: allontanare il partito arabo islamista Raam dal governo Bennett, congelando il suo appoggio alla coalizione dopo i disordini sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Un futuro incerto attende quindi il parlamento israeliano, con la prospettiva concreta di tornare ad elezioni anticipate.
Massimo Caviglia