A quasi una settimana dalla morte della giornalista di Al Jazeera non accennano a diminuire le polemiche. Oggi il Patriarca di Gerusalemme, Mons. Pizzaballa, ha protestato per il comportamento della polizia israeliana durante il funerale di Abu Akleh, condannando “le modalità ingiustificabili di quanto accaduto”, con riferimento alla condotta degli agenti durante le esequie. La polizia ha risposto di essere intervenuta per consentire che il funerale si svolgesse secondo la volontà della famiglia, perché 300 miliziani di Hamas si erano infiltrati nel corteo funebre lanciando pietre dall’ospedale contro gli agenti e si erano appropriati del feretro impedendo di collocare la bara sul carro funebre per portarla al cimitero, trasformando il funerale in una manifestazione politica con bandiere palestinesi per includere la giornalista fra i martiri della causa. Un atteggiamento ritenuto strumentale, soprattutto dopo il rifiuto del Presidente palestinese Abu Mazen di effettuare un’indagine internazionale congiunta per verificare con prove balistiche da dove fosse giunto veramente il proiettile che ha colpito la reporter, e se la pallottola fosse di un fucile Tavor utilizzato dalle forze di sicurezza israeliane o di un M-16 utilizzato dai miliziani palestinesi. Il corpo della giornalista è stato sequestrato in tutta fretta dall’Autorità Palestinese, l’autopsia è stata effettuata senza testimoni e il proiettile non è stato mostrato a nessuno. La reporter stava coprendo l'operazione delle forze di sicurezza israeliane per arrestare alcuni miliziani palestinesi a Jenin, zona da cui erano partiti i terroristi che nelle ultime settimane avevano ucciso 19 civili israeliani. Un video mostra i miliziani palestinesi sparare a raffica in modo indiscriminato da dietro un muro, e si sente la frase in arabo “Abbiamo colpito un soldato, è a terra”. Ma nessun militare israeliano risultava ferito, quindi parlavano forse proprio della giornalista di Al Jazeera. “Il governo di Gerusalemme non si pone limiti alla lotta contro il terrorismo” – ha dichiarato il premier israeliano Bennett – “E non ci arrenderemo neanche di fronte alla falsa propaganda di chi si scaglia contro Israele”.
Massimo Caviglia