Gli attacchi aerei - lanciati in Siria probabilmente da Israele - che si avvicendano da mesi e che anche ieri hanno ucciso alcuni miliziani iraniani, non hanno lasciato Teheran molto sorpresa. Da tempo ormai la contraerea siriana non spara più i missili russi S300 contro l’aviazione con la stella di David: forse Putin ha ordinato di non rispondere ai raid israeliani perché anche Mosca non gradisce che l’Iran rimanga stabilmente in Siria; o forse non vuole mostrare che alcuni jet e droni riescono a eludere i missili terra-aria ancora venduti in molti Paesi.
Ma Teheran non è rimasta a guardare e, con l’appoggio del Presidente Assad, ha spostato i suoi consiglieri militari in basi siriane, certa che Israele non colpirà il protettorato russo. L’Iran si sta preparando anche a uno scontro in Libano tramite Hezbollah: oltre ai tunnel sotterranei per compiere attentati, nelle ultime settimane la barriera di confine è stata sabotata in vari punti. Inoltre, come ha reso noto oggi l'Agenzia per l'energia atomica, l'Iran ha arricchito l'uranio oltre ogni limite, raggiungendo una scorta di 1.500 kg rispetto ai 300 consentiti, e vietando l’accesso a due siti nucleari utilizzati per attività e stoccaggio di materiali non dichiarati.
Infine migliaia di manifestanti israeliani hanno dimostrato a Tel Aviv contro la proposta del premier Netanyahu di iniziare il mese prossimo l'annessione di parti della Cisgiordania. Firmando l'accordo di coalizione, anche il co-premier Gantz ha autorizzato l’annessione, giustificata da motivi di sicurezza. “Ogni volta che abbiamo riconsegnato un territorio conquistato dopo le guerre in cui ci avevano attaccato, abbiamo ricevuto violenza in cambio” ha detto un portavoce dei coloni. Ora, dopo l'incontro con i leader degli insediamenti, il Primo Ministro è impegnato in negoziati con i palestinesi per trovare un accordo sulle compensazioni territoriali.