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Israele: mancano otto giorni al voto

9 set 2019
La corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

A otto giorni dal voto, in Israele si respira un’aria relativamente tranquilla, almeno secondo i canoni mediorientali. All’apertura di una base delle milizie iraniane al confine tra Iraq e Siria, oggi è seguito il bombardamento israeliano delle armi destinate a Hezbollah. A un drone con esplosivo proveniente da Gaza, l’esercito ha risposto con un raid contro Hamas. E mentre l’Agenzia per l’energia atomica conferma che l’Iran ha accelerato la sua produzione di uranio arricchito, Israele rinnova agli Stati Uniti la sua forte preoccupazione, anche a causa delle recenti aperture a Teheran da parte del Presidente Trump. Intanto il figlio dell’ex premier Sharon si chiede sui media perché Israele non attacchi apertamente l’Iran, cui non importa che ad essere colpiti dalla risposta israeliana siano i palestinesi, i libanesi o i siriani, mentre cambierebbe molto se ad essere inquadrati nel mirino fossero direttamente gli iraniani. E poi la politica: al voto contrario con cui i partiti di Gantz e Lieberman hanno bloccato la legge sulle telecamere nei seggi, Netanyahu ha risposto che i due si stanno preparando a un governo con i partiti arabi. E anche il gossip: l’editore del quotidiano Israel Hayom, concorrente del giornale Yedioth Ahronoth cui Netanyahu avrebbe chiesto una copertura mediatica favorevole, ha dichiarato che la moglie del premier è matta e decide l’agenda politica e i collaboratori del marito. Infine non è ancora chiaro il motivo per cui Jason Greenblatt, architetto del piano di pace americano, abbia lasciato l’amministrazione Trump. La sua partenza mette in forte dubbio il futuro del progetto, anche se l’avvocato rimarrà al suo posto fino a quando il Presidente rivelerà il piano dopo le elezioni israeliane. Greenblatt verrà poi sostituito da Berkowitz, un avvocato trentenne che non ha l’autorità né l’esperienza del predecessore. Una mossa, quella di Greenblatt, dettata forse dal volersi tirare fuori dal boicottaggio del piano da parte palestinese, che lo ha già definito morto prima ancora di essere presentato.

Massimo Caviglia


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