Percezione dell'andamento del conflitto capovolta nel volgere di pochi giorni. Effetto del contrattacco ucraino nella regione di Kursk, che ha sorpreso le forze di Mosca; incapaci – al momento – di frenare l'impeto degli attaccanti. Sono gli stessi milblogger russi, fra le righe, ad ammetterlo; parlando dell'estrema mobilità dei gruppi d'assalto di Kiev. Nessuna conferma indipendente, invece, circa l'utilizzo di armi chimiche; denunciato dal governatore della oblast frontaliera. Che ha anche riferito di 28 località cadute in mano nemica.
Stime da considerare forse per difetto, visto l'ampliamento dell'area di evacuazione; estesa anche agli abitanti di un distretto contiguo della regione di Belgorod. Per Mosca la non banale sfida logistica dell'accoglienza di decine di migliaia di rifugiati interni; che si somma ad un vero e proprio rompicapo militare.
Per respingere l'incursione ucraina potrebbe infatti rendersi necessario un richiamo di contingenti dal Donbass; ma ciò rischierebbe di vanificare le significative avanzate di questi mesi. Kiev avrà una degna risposta, ha annunciato il Presidente russo; che pare comunque aver accusato il colpo. Ha invitato pure le autorità del Bryansk a tenersi in allerta; e soprattutto è tornato ad accusare l'Occidente di muovere una guerra per procura contro la Federazione. Non ha poi mancato di indicare quelli che a suo avviso sono gli obiettivi di Kiev: destabilizzare la Russia, guadagnare posizioni in vista di futuri negoziati.
Che al momento tuttavia non sarebbero un'opzione per Putin; ha accusato infatti gli ucraini di attacchi indiscriminati sui civili e minacce alle centrali nucleari. Un riferimento all'ennesimo attacco contro l'impianto di Energodar, controllato dai russi sin dalle prime fasi del conflitto. Domato, infine, il rogo che aveva avviluppato una delle torri di raffreddamento. E che secondo Zelensky sarebbe stato appiccato dagli stessi occupanti; pur restando difficilmente spiegabile il motivo.
A pieno regime, in questa fase, la macchina della comunicazione ucraina. Rivendicato dal capo delle forze armate il controllo di 1.000 chilometri quadrati di territorio russo. Cifre difficilmente verificabili; ma paiono esservi pochi dubbi sul fatto che questa fase sia considerata decisiva dai vertici di Kiev. Nell'offensiva di Kursk – secondo alcuni – sarebbe stata utilizzata anche la riserva strategica; come in una sorta di all-in. Nebbia di guerra sull'andamento delle operazioni; nelle prossime settimane potrebbe forse definirsi l'esito della guerra.