A nulla sono valsi i tentativi dei suoi avvocati di annullare il procedimento; coinvolgendo pure la Corte Suprema, che ha tuttavia risposto picche. Donald Trump sarà il primo leader americano ad entrare alla Casa Bianca da pregiudicato, dopo la conferma della sentenza di condanna per il caso Stormy Daniels. E il fatto che il Giudice di New York abbia deciso di non comminare alcuna pena – proprio in virtù della rielezione del tycoon -, non intacca la valenza simbolica del verdetto. Da qui la reazione del Presidente eletto, che ha parlato di “farsa spregevole” annunciando appello. Non un buon viatico in vista dell'insediamento; seppure la narrazione della caccia alle streghe politicamente motivata avesse già fatto breccia in ampie fasce dell'elettorato statunitense. Che evidentemente attende ora potenti segnali di discontinuità. Nei giorni scorsi Trump è come se non avesse voluto deludere le aspettative, con interventi a gamba tesa circa la possibile proiezione internazionale della Superpotenza; anche a scapito di membri della NATO. Inevitabile insomma lo smarrimento dei Paesi dell'Alleanza, in attesa del 20 gennaio.
E gli interrogativi sul dossier ucraino; riguardo al quale si era registrato un sostanziale allineamento europeo alla linea di massima pressione su Mosca. Confermata fino all'ultimo da Biden, con l'ennesimo pacchetto di sanzioni sul petrolio. Ora il possibile cambio di paradigma. Il portavoce di Putin ha parlato di un'apertura a contatti con il futuro Presidente degli Stati Uniti; che dal canto suo ha rivelato nelle scorse ore come un incontro sia in via di definizione. Nessuna certezza, però, circa la reale disponibilità del Cremlino a rinunciare al momentum sul campo di battaglia. Nel Donbass parrebbe profilarsi il rischio di un collasso delle linee difensive ucraine su alcune direttrici chiave. Resta il saliente di Kursk, come leva negoziale di peso, ancora nelle mani di Kiev; ma l'area sotto controllo si è progressivamente ridotta, e l'”offensiva bis” ucraina, per riguadagnare terreno, si sarebbe conclusa con un nulla di fatto.
Da qui l'intenzione di Zelensky di “smuovere”, per così dire, le cancellerie occidentali. Annunciata oggi la cattura di due soldati nordcoreani feriti nella testa di ponte in territorio russo. Pubblicato anche un video, privo per ora di conferme indipendenti. Sullo sfondo un confronto ibrido, fra blocchi, ormai totalizzante. Ultimo esempio l'attacco informatico ai siti di ministeri ed istituzioni italiane, con relativo corollario di disagi ed interruzioni di servizi. Dito puntato contro gli hacker filorussi. Pare si tratti infatti di una rappresaglia, dopo la conferma del sostegno a Kiev assicurato da Meloni, in occasione della visita del Presidente ucraino.