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Kursk: prosegue il contrattacco delle forze di Kiev; ampliata dalle autorità russe l'area di evacuazione

In piena escalation il conflitto russo-ucraino; nuovo attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia

12 ago 2024

Emergenza rientrata nelle ultime ore. Il rogo che aveva avviluppato una delle torri di raffreddamento è stato infine domato; e non si sarebbero registrate fughe radioattive. Pare destino, comunque, si debba convivere con l'incubo di un incidente catastrofico nella più grande centrale nucleare d'Europa: dall'inizio del conflitto in mano russa, ma di fatto sulla linea del fuoco; con il solo fiume Dnipro a separare i belligeranti. Stando a Mosca l'ennesimo raid sarebbe stato sferrato con l'utilizzo di droni: “terrorismo nucleare” di Kiev, ha tuonato Zakharova; che ha spronato l'Aiea – presente sul posto – a rompere il “silenzio” sul nodo delle responsabilità. Quanto a Zelensky è tornato ancora sulla singolare tesi dell'autoattacco russo; sostenendo come siano stati gli stessi occupanti – non si sa bene per quale motivo – ad appiccare l'incendio. Ma al netto del piano comunicativo è come se in questa fase i decisori ucraini fossero intenzionati a giocare una sorta di all-in; e ciò – forse non a caso - mentre si facevano più insistenti le voci di un possibile negoziato per porre fine al conflitto, con la partita delle Presidenziali americane ormai all'ultimo miglio. Da qui tentati sbarchi nelle zone costiere del Kherson, e soprattutto l'incursione a sorpresa – in profondità, e con l'utilizzo della riserva strategica - nella oblast frontaliera di Kursk. Contrattacco tutt'altro che disinnescato dalle forze del Cremlino; che promette una “dura risposta”, ma deve intanto far fronte alle migliaia di famiglie evacuate dall'area. Cui si aggiungono i residenti di un distretto contiguo della regione di Belgorod, dove nelle ultime ore si è registrata una pressione crescente delle forze di Kiev: estremamente mobili, e probabilmente galvanizzate – dopo il logoramento subito nei mesi scorsi - dall'idea di operare in territorio nemico, dall'avere nuovamente l'iniziativa. In alcune zone occupate sarebbe già in corso la costruzione di fortificazioni e trinceramenti; l'idea è forse quella di mantenere un piede oltreconfine, per avere una carta decisiva da giocare in future trattative. Dopo lo schiaffo subito Mosca è invece ora di fronte a un bivio: tentare di respingere l'offensiva con le forze attualmente disponibili – ma con il rischio di non riuscire a contenere l'impeto degli ucraini -; oppure “dirottare” truppe e mezzi dal fronte del Donbass, e rinunciare dunque ad ulteriori avanzate in questo settore chiave. “Nebbia di guerra”, ad oggi, sull'evoluzione delle operazioni; probabilmente decisive le prossime settimane.





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