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La sfida di Putin all'Occidente: "Se vuole batterci ci provi. In Ucraina non abbiamo ancora cominciato a fare sul serio"

Il ministro degli Esteri Lavrov lascia in anticipo la riunione a Bali del G20

di Monica Fabbri
8 lug 2022

Per un attimo il mondo dimentica le sue divisioni, e si unisce nel cordoglio per la morte di Shinzo Abe. La notizia, scioccante ed improvvisa, sposta l'attenzione dall'Ucraina al Giappone. Ma è solo una parentesi, perché dopo quattro mesi e mezzo dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina e nel pieno dell'offensiva sul Donbass, è forte l'eco della sfida lanciata da Putin all'Occidente: "Se vogliono sconfiggerci sul campo, ci provino". “La guerra – aggiunge il presidente russo - è appena cominciata, "non abbiamo ancora iniziato a fare le cose sul serio". Profetica, dunque, la frase pronunciata una settimana fa dal ministro degli Esteri russo Lavrov, che annunciava il ritorno della cortina di ferro. Sempre più ampie le divisioni: dal conflitto, alla crisi alimentare, all'energia, mentre il transito di gas russo attraverso l'Ucraina tocca il minimo storico, con Putin che mette in guardia su possibili conseguenze "catastrofiche" delle sanzioni occidentali per il mercato energetico globale. Temi nell'agenda del G20 di Bali, dove si attestano le posizioni, in cerca di consensi. Il grado di tensione fra Usa e Mosca si riflette anche nella condotta della diplomazia: ecco dunque che a Bali il segretario di Stato americano Antony Blinken si rifiuta di incontrare il suo omologo Lavrov, che di rimando dichiara: la Russia "non correrà" a Washington per colloqui, “non siamo noi che abbiamo abbandonato i contatti, sono gli Stati Uniti”, denunciando l'approccio dei paesi occidentali che fanno parte del gruppo del G20, mentre l'Unione Europea, dal canto suo, dice no all'utilizzo del summit da parte della Russia come "piattaforma per la sua propaganda".



Lo stesso Lavrov, dopo aver detto che l'invasione dell'Ucraina non è responsabile di una crisi globale alimentare e che le sanzioni progettate per isolare Mosca equivalgono a una dichiarazione di guerra, ha lasciato in anticipo la riunione a Bali. Non è tempo di negoziati neppure sul campo di battaglia, dove proseguono i bombardamenti a nord, nella regione di Kharkiv e a sud, a Mykolaiv, mentre infuriano i combattimenti intorno alla città di Kherson. Ieri, intanto, l'esercito ucraino ha affermato di essere tornato sull'isola dei serpenti, mentre il portavoce del ministero della Difesa russo ha annunciato una pausa operativa delle forze di Mosca per "recuperare le loro capacità di combattimento". Non ne specifica la durata, ma non ci si illuda: non significa in alcun modo che la battaglia si sia fermata.





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