L’introduzione del reato universale sulla maternità surrogata è una competenza esclusiva degli Stati membri, mentre i diritti dei figli andrebbero riconosciuti in tutta l’Ue. Così una portavoce della Commissione europea ha commentato gli sviluppi in Italia sulla maternità surrogata, che ieri ha visto il primo sì da parte della Camera dei deputati per l’introduzione del nuovo reato contro chi ricorre a tale pratica, anche all’estero, con pene che vanno dai tre a due anni di reclusione e da 600mila a un milione di euro di multa.
Bruxelles, dunque, non può fare nulla sulla materia, ma in tema di genitorialità e protezione dei bambini a livello transfrontaliero l’Esecutivo comunitario vorrebbe avere un quadro armonizzato. A tal fine è stato avanzato un regolamento che prevede che la genitorialità, definita in uno Stato membro, debba essere riconosciuta in tutti gli altri. Una proposta che, richiedendo l’unanimità, difficilmente vedrà la luce. Tra i paesi Ue la maternità surrogata è consentita a determinate condizioni in Belgio, Paesi Bassi, Portogallo e in Grecia, è legale a Cipro, in Lussemburgo non è proibita, in Irlanda e in Repubblica Ceca non c’è nessuna legislazione, mentre nel resto dei paesi è vietata con diversi gradi di severità. Su un fronte completamente diverso, quello dell’antitrust, oggi la Commissione europea ha aperto un'indagine formale per valutare se Microsoft ha violato le regole di concorrenza Ue legando il suo prodotto di comunicazione Teams ai suoi popolari pacchetti per le aziende Office a scapito degli altri fornitori del mercato.
Fabio Fantozzi
La Presse