Il dissidente Alexei Navalny è rimasto vittima di una “sindrome da morte improvvisa”: è la spiegazione che le autorità russe hanno dato all'avvocato e alla madre dell'attivista deceduto nella colonia penale dove era incarcerato. Lo rende noto un collaboratore di Navalny. E il corpo non sarà riconsegnato alla famiglia fino alla fine delle indagini.
Per “sindrome da morte improvvisa”, spiega il Guardian, si fa riferimento a varie sindromi cardiache che causano un arresto del cuore e il decesso. Mentre di aggiungono, dunque, nuovi dettagli alla vicenda, sale ad almeno 359 il numero dei fermi in 32 città russe, tra le quali Mosca e San Pietroburgo, durante la manifestazioni spontanee in memoria del dissidente anti-Putin, come riferito dalla ong per i diritti umani Ovd-Info.
Indignazione dai ministri degli Esteri del G7 che, attraverso le parole del ministro italiano Tajani, chiedono a Mosca di chiarire le circostanze della morte e porre fine alla “persecuzione del dissenso politico” e alla “sistematica repressione della libertà di espressione”.