L’Ucraina è più vicina alla Nato che mai. Il bilancio del vertice dell’Alleanza atlantica qui a Vilnius lo trae il segretario generale, Jens Stoltenberg, accogliendo il presidente ucraino Zelensky. “Oggi ci incontriamo alla pari – ha affermato il leader Nato – ma non vedo l'ora che arrivi il giorno in cui ci incontreremo come alleati". E l’avvicinamento passa per un percorso concreto di Kiev verso la Nato, anche se non c’è stato l’invito all’adesione come sperava il leader ucraino e il fronte dei baltici e della Polonia. Il primo punto è stato il Consiglio Nato-Ucraina, un forum che può essere convocato da Kiev in caso di crisi, che si è riunito oggi per la prima volta con Zelensky.
C’è poi l’assistenza a lungo termine per adeguare gli standard militari ucraini a quelli della Nato, e infine la soppressione del piano Map che accorcia il processo di adesione quando sarà. Dopo le parole sferzanti e la delusione di ieri di Zelensky, oggi il presidente ucraino ha detto di voler stare sulla stessa lunghezza d’onda con gli alleati Nato e di comprendere che l’ingresso nell’Alleanza sarà a guerra finita. Anche se ha voluto chiedere dettagli sulle condizioni che gli alleati hanno chiesto per aderire alla Nato. Se dunque non è questo il tempo per l’adesione, che sarebbe troppo rischiosa per l’Occidente, una grossa spinta è arrivata dal G7, Ue compresa, che si è impegnata in una dichiarazione congiunta a fornire “garanzie di sicurezza a lungo termine contro qualsiasi aggressione che potrebbe verificarsi”, ha sottolineato il presidente Biden. Kiev, insomma, a cui sono state promesse nuove armi, compresi i missili a lungo raggio dalla Francia, può dirsi soddisfatta. Ora l’obiettivo è avanzare nella controffensiva e spingere Putin alla trattativa.
Fabio Fantozzi
La Presse