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Addio a Jimmy Carter: l'ex presidente "un faro di pace", il ricordo dei GDC

I funerali di Stato si terranno a Washington il 9 gennaio, giorno che Joe Biden ha già dichiarato lutto nazionale. Lo ha annunciato la Casa Bianca.

30 dic 2024

Jimmy Carter, 39° presidente degli Stati Uniti dal 1976 al 1981, è morto a 100 anni nella sua casa di Plains, Georgia. Considerato da molti come un presidente “perdente” per la mancata rielezione e le difficoltà durante il suo mandato, Carter riuscì a riabilitare la propria immagine grazie a decenni di impegno umanitario e alla longevità che gli permise di plasmare la sua eredità politica. Il figlio, James E. Carter III, ha dato la notizia della morte.

"Un faro di pace per un mondo in conflitto. La sua vita straordinaria, dedicata al servizio pubblico e alla promozione della pace - scrivono i Giovani Democratico Cristiani -, rappresenta un’eredità di valori che risuonano ancora oggi in un mondo attraversato da divisioni e conflitti. Jimmy Carter ha segnato un esempio attuale per la storia internazionale con la sua visione di una politica al servizio della pace. Gli Accordi di Camp David tra Egitto e Israele nel 1978 rimangono un simbolo di diplomazia e perseveranza, dimostrando che anche le barriere più ostinate possono essere superate con il dialogo e la comprensione reciproca.

Nato nel 1924 in una famiglia di agricoltori, Carter si laureò in fisica nucleare e servì nella marina, tornando poi a Plains per gestire l’azienda familiare. Dopo una carriera politica locale, divenne governatore della Georgia nel 1971 e, da outsider, vinse le elezioni presidenziali del 1976 contro Gerald Ford, puntando sull’onestà e sulla corruzione di Washington dopo lo scandalo Watergate.

La sua presidenza fu segnata da grandi difficoltà: la crisi energetica dovuta allo shock petrolifero degli anni Settanta e la stagflazione economica, la rivoluzione in Iran e la crisi degli ostaggi a Teheran, che minarono la sua immagine di leader. Nonostante gli accordi storici come il trattato di pace di Camp David tra Israele ed Egitto e la normalizzazione dei rapporti con la Cina, Carter perse le elezioni del 1980 contro Ronald Reagan.

Nel tempo, Carter si è dedicato con successo a cause umanitarie, come l’eradicazione di malattie nei paesi in via di sviluppo, e ha fatto del rispetto dei diritti umani un pilastro della politica americana. Nel 2002 ricevette il Nobel per la Pace per il suo contributo alla risoluzione pacifica di conflitti internazionali e alla promozione dei diritti umani. La sua eredità, inizialmente associata al fallimento, è oggi rivalutata come quella di un uomo di grande visione e integrità.





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