“Su Alexei Navalny si avvii un'indagine indipendente e trasparente”, lo chiede in un comunicato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, condannando “fortemente quello che appare come un attentato”. E, citando i test preliminari effettuati dall'ospedale Charité di Berlino, parla in maniera chiara di avvelenamento. Tesi che contrasta invece con quella dei medici russi che hanno curato il leader dell'opposizione russa durante il suo ricovero in Siberia. Non avrebbero infatti trovato inibitori della colinesterasi, la sostanza che per i medici tedeschi sarebbe stata usata nel sospetto avvelenamento. Il dissidente è ancora in coma indotto e le sue condizioni di salute "restano serie", anche se "non versa in acuto pericolo di vita", stando ai sanitari dello Charité, dove Navalny è stato trasferito sabato scorso dopo il primo ricovero al nosocomio russo di Omsk. Tuttavia, aggiungono anche i medici, "al momento non si possono escludere delle conseguenze al sistema nervoso". Quelle di avvelenamento “sono accuse che non possono essere vere in alcun modo e sono piuttosto, direi, un rumore vuoto, quindi non intendiamo prenderle sul serio", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass. "Se l'avvelenamento di Navalny con qualche sostanza particolare verrà stabilito, questo diventerà motivo di indagine". "Non capiamo sulla base di cosa i nostri colleghi siano così affrettati nell'usare la parola avvelenamento", ha continuato Peskov, ripreso dall'agenzia Interfax. "Le analisi mediche dei nostri dottori e di quelli tedeschi - ha dichiarato Peskov - coincidono ma i risultati sono differenti".
A chiedere chiarezza è anche la Germania. Angela Merkel, insieme al suo ministro degli Esteri Heiko Maas, ha chiesto a Mosca di fare subito chiarezza affinché i responsabili siano puniti. "Alla luce del rilevante ruolo che il signor Navalny svolge nell'opposizione politica in Russia, le istituzioni locali sono chiamate con urgenza a chiarire questi fatti, in modo completo, e in piena trasparenza. I responsabili devono essere sottoposti a un'inchiesta e risponderne davanti alla legge", ha fatto mettere nero su bianco la cancelliera. È chiaro che, con le certezze mediche, si complicano ulteriormente i rapporti fra Berlino e Mosca, già increspati dalla decisione tedesca di offrire la disponibilità a curare il dissidente russo. Offerta che era giunta anche dalla Francia di Macron.
In Italia è +Europa ad attaccare il governo per il silenzio sulla vicenda. “È una vergogna quotidiana, un insulto ai valori di libertà e solidarietà e comincia ad essere davvero inquietante", dichiara Yuri Guaiana, membro della direzione. Silenzio che copre anche i fatti di Hong Kong, Turchia e Bielorussia. "Il tentativo di copertura da parte dei medici russi e la rivelazione che Navalny fosse minuziosamente pedinato dalla polizia mostrano la complicità del regime di Putin. La Russia - prosegue - non farà un'inchiesta completa come chiede Merkel e non assicurerà i responsabili dell'avvelenamento alla giustizia. Ma la comunità internazionale dovrà comunque pretendere risposte e, in caso, attivare i meccanismi internazionali disponibili per un'indagine internazionale", conclude Guaiana.