Le immagini che giungono dai media arabi e dall'Idf mostrano una notte e una mattinata con scene da inferno dantesco: Israele e Hezbollah, dal sud del Libano, si sono scambiati pesanti attacchi per ore con centinaia di missili da entrambi i lati. Incendi, esplosioni e boati hanno offuscato il cielo del Medio Oriente. E costretto nel terrore i residenti del meridione del Paese dei cedri quanto i cittadini dell'area di Haifa e del nord di Israele. Nel pomeriggio il premier Benyamin Netanyahu ha fornito la prima informazione ufficiale sugli ostaggi ancora a Gaza dichiarando che da notizie di intelligence risulta che "la metà è ancora in vita".
Finora l'esercito ha dichiarato la morte di 35 dei 101 ostaggi prigionieri nella Striscia, quindi i rapiti vivi sarebbero forse 33. Le forze di difesa dello Stato ebraico (Idf) hanno detto di aver aver colpito strutture e siti di lancio dell'organizzazione sciita filoiraniana, per eliminare sempre di più l'apparato militare nemico soprattutto al confine: quello che impedisce a 60mila rifugiati israeliani di tornare a casa ormai da un anno.
Un portavoce di Hezbollah aveva affermato che il conflitto con Israele era "entrato in una nuova fase” e ha confermato che gli attacchi continueranno finché non ci sarà un cessate il fuoco nella guerra a Gaza. “Abbiamo una resistenza forte e capace – aveva aggiunto - tutte le opzioni sono sul tavolo, siamo pronti per qualsiasi scenario”.
Dure anche le dichiarazioni del premier di Israele Netanyahu: “Abbiamo inferto a Hezbollah colpi che non immaginava. Se non ha capito il messaggio, mi assicuro che lo capirà”.
Da San Marino, Libera soddisfatta per la posizione del Titano nella risoluzione ONU che chiede la fine dell'occupazione israeliana nei territorio palestinesi entro 12 mesi: “Un’ulteriore dimostrazione – ha scritto il partito - dei passi in avanti che il nostro Paese sta facendo, a pochi giorni dall’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Grande e Generale dell’ordine del giorno che impegna il governo ad avviare concretamente il percorso di riconoscimento dello Stato della Palestina”.
'Tel Aviv sta verificando se Sinwar è stato ucciso'
"Israele sta indagando sulla possibilità che il leader di Hamas, Yahya Sinwar sia stato o meno ucciso a Gaza, basandosi su informazioni dell'intelligence militare". Lo scrivono i media israeliani, sottolineando tuttavia che lo scenario sembra improbabile. Una fonte vicina al dossier - scrive The Times of Israel - ha affermato che "ci sono state delle volte in passato in cui è scomparso e abbiamo pensato che fosse morto, ma poi è riapparso". Per ora mancano informazioni che confermino o meno la sua morte, scrivono ancora i media.