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Paesi GCC: possibile distensione con il Qatar

La corrispondenza settimanale di Elisabetta Norzi

31 mag 2020

Il periodo che stanno vivendo i Paesi del GCC, il Consiglio di Cooperazione degli Stati del Golfo, mette di fronte a sfide senza precedenti. A dirlo è il Segretario generale dell'organizzazione, Nayef Al Hajraf, in occasione del 39esimo anniversario di questa istituzione, nata il 25 maggio 1981 ad Abu Dhabi, che unisce Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein, Kuwait ed Oman. Due, dunque, i nodi da affrontare: la cosiddetta "crisi del Golfo" che dal 2017 vede il Qatar isolato dagli altri Paesi della regione, e la pandemia di Covid-19 che ha messo in ginocchio, in modo particolare, le petromonarchie del Golfo, e che ancora registra contagi in aumento in tutta l'area. Al Hajraf ha definito la crisi con il Qatar, di fatto sotto embargo diplomatico ed economico da 3 anni, come un ostacolo al cammino e allo sviluppo della regione. Doha era infatti stata accusata da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain di sostenere e finanziare gruppi terroristici, primi tra tutti Hamas ed Hezbollah, e di appoggiare l’Iran. E se i quattro Paesi, per porre fine alla disputa, avevano chiesto al Qatar la chiusura di Al Jazeera, della base militare turca a Doha e l'interruzione dei rapporti con Tehran, richieste sempre respinte, Al Hajraf si è dichiarato ora ottimista per una possibile distensione dei rapporti. "C'è una grande convinzione - ha sottolineato - che la differenza di vedute possa essere gestita all'interno di quella che è la Casa del Golfo". E tornare ad un clima di collaborazione politica, economica e sociale, questo l'obiettivo del GCC, è indispensabile per fare fronte ai danni causati dal Coronavirus sullo sviluppo, la stabilità e la crescita del Golfo. Si rende imperativo, ha aggiunto il Segretario, fare sistema, migliorare le azioni congiunte e condividere la preparazione per affrontare il mondo post Coronavirus, sia sotto l'aspetto economico, che sotto quello sanitario, della sicurezza e del lavoro. L'impegno a collaborare tutti insieme è stato dunque scritto nero su bianco in una dichiarazione congiunta nella quale viene specificato che per raggiungere gli obiettivi occorre superare divergenze e divisioni. Intanto, concluso il Ramadan, i Paesi GCC, con modalità e tempi diversi, stanno gradualmente allentando le restrizioni e provando a tornare alla normalità. I casi complessivi sono oltre 200.000, l'Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi i più colpiti e i morti oltre 2.000.

Elisabetta Norzi


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