In piazza da giorni per George Floyd, l'America si ritrova di fronte a un nuovo incidente destinato a scuotere le coscienze e sollevare ulteriori polemiche contro le forze dell'ordine.
In una spirale di sangue che sembra non finire mai, la polizia ha ucciso ieri un altro afroamericano, Rayshard Brooks, 27 anni, stavolta ad Atlanta, dove è scoppiata la rabbia. Migliaia di manifestanti hanno invaso le strade della città della Georgia per manifestare la loro rabbia contro l'uso eccessivo della forza da parte della polizia.
I contorni di quanto accaduto in Georgia sono ancora tutti da definire: le ricostruzioni iniziali non chiariscono i fatti, anzi gettano nuova benzina sul fuoco delle proteste anti-razziste. Brooks stava dormendo nella sua auto in un parcheggio di uno dei ristoranti della catena Wendy's quando la polizia è arrivata sul posto. Dopo essere risultato positivo al test alcolico, l'afroamericano si è ribellato all'arresto da parte degli agenti. A nulla è valso il tentativo di usare il taser: l'uomo è riuscito a divincolarsi dalla presa e mentre scappava è stato colpito alla schiena da tre colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia. Nonostante l'immediato trasporto in ospedale e l'intervento chirurgico, Brooks è morto.
L'agente che ha sparato, Devin Brosnan, è stato licenziato, mentre Erika Shields, capo della polizia della città, si è dimessa. L'altro poliziotto coinvolto, Garrett Rolfe, è stato invece è stato assegnato a lavori d'ufficio.
Il ristorante della catena Wendy's di Atlanta, fuori dal quale l'afroamericano è stato colpito e ucciso, è stato dato alla fiamme. Almeno 36 persone sono state arrestate. Gli agenti hanno lanciato lacrimogeni contro i manifestanti e chiuso la strada interstatale che portava al ristorante. I manifestanti hanno infranto i vetri delle finestre e lanciato fuochi d'artificio all'interno del locale.
Spunta anche un nuovo video shock di un altro afroamericano ucciso dalla polizia. Il caso risale allo scorso novembre in South Carolina. Il video mostra il 28enne Araine Lamont McCree all'esterno di un grande magazzino Walmart, ammanettato per presunto taccheggio quando è stato ucciso. Secondo le ricostruzioni iniziali riportate dal quotidiano locale Post and Courier, gli agenti avevano aperto il fuoco per autodifesa e in seguito al fatto che McCree era in possesso di una pistola e l'aveva puntata contro i poliziotti.