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Si è chiuso il buco dell'ozono in Antartide, Organizzazione meteorologica: “Applicare il protocollo di Montreal”

8 gen 2021
Foto: RaiNews
Foto: RaiNews

Il buco dell'ozono antartico, “il più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall'inizio del monitoraggio 40 anni fa”, si è chiuso alla fine di dicembre. A certificarlo l'Organizzazione mondiale della meteorologia (Omm-Wmo). Ad estenderlo fino al picco del 20 settembre, quando raggiunse i 24,8 milioni di chilometri quadrati, “condizioni meteorologiche naturali e la continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono nell'atmosfera". Al punto che, intorno ai 20-25 km di altitudine, le concentrazioni di ozono stratosferico si erano ridotte a valori prossimi allo zero. 

A provocarlo, dichiara l'Omm, un vortice polare forte e temperature molto fredde nella stratosfera. "Le ultime due stagioni del buco dell'ozono dimostrano la sua variabilità di anno in anno e migliorano la nostra comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e gravità", ha affermato Oksana Tarasova, capo della divisione di ricerca sull'ambiente atmosferico dell'Omm. Nel 2019 le dimensioni del buco sopra l’Antartide avevano infatti raggiunto una sorta di minimo storico, scomparendo precocemente, come riportato anche dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio attraverso i dati raccolti dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service.

"Abbiamo bisogno di un'azione internazionale continua – aggiunge Tarasova - per applicare il protocollo di Montreal" che vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono, come cloro e bromo che vengono "liberati" dal vortice con l’aumento della temperatura e della luce. E distruggono rapidamente le molecole di ozono, causando la formazione del buco. 


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