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Sudan: caos a Khartoum e decine di vittime in tutto il Paese. Dopo il tentato golpe lo spettro della guerra civile

In gioco – nell'attuale lotta di potere - non solo il controllo delle risorse minerarie; anche la collocazione geopolitica in un mondo sempre più polarizzato

17 apr 2023

Incendi, esplosioni; e come sottofondo il crepitare delle armi leggere. Aria di guerra civile a Khartoum e nel resto del Paese; dove le vittime si contano a decine a seguito del tentato golpe. Se doveva essere un'operazione lampo non vi è dubbio sia fallita; tramutandosi in uno scontro a tutto campo fra il capo della giunta militare – Abdel-Fattah Al-Burhan -, e il suo numero due, Mohamed Hamdane Dagalo: leader delle cosiddette forze di supporto rapido. Alleati dai tempi della caduta di al-Bashir; ora nemici giurati, probabilmente con un ruolo non marginale di potenti attori esterni. Rimpallo di accuse, sulle responsabilità dell'escalation. Le immagini confuse, rilanciate dal circuito internazionale, ben testimoniano il caos per le strade della Capitale. Contraddittorie le news sulle battaglie in corso. Appelli alla popolazione, da parte dei contendenti; come quello dei paramilitari, che si atteggiano a difensori dello Stato dall'Islam politico. Più prosaicamente è una lotta per il potere, quella in corso; che spazza via ogni speranza di transizione democratica, in un Paese già in forte crisi economica. In ballo non solo il controllo delle risorse minerarie; anche la collocazione geopolitica. Potrebbero avere inciso, allora, i negoziati in corso con Mosca per la realizzazione di una base della Marina militare a Port Sudan; che consentirebbe ai russi di estendere la propria proiezione fino all'Oceano Indiano.

Progetto ambizioso; comunque non una priorità per il Cremlino, dopo l'”all in”, e il conseguente impantanamento in Ucraina. Fronti in sostanziale stallo, in attesa dell'annunciata controffensiva ucraina; stando ai controversi “Pentagon leaks” dovrebbe iniziare dal 30 aprile. Tutto è possibile, nulla è certo, nell'attuale fase di guerra cognitiva. Rilanciate oggi le testimonianze raccolte da un sito fondato da un attivista russo, fuggito in Francia. Due persone affermerebbero di avere ucciso bambini a Bakhmut e Soledar, dopo il reclutamento tra le fila della Wagner. Ma nessuna conferma indipendente, al momento. Largo spazio, invece, alla condanna a 25 anni di prigione del dissidente russo Vladimir Kara-Murza: accusato di tradimento e screditamento dell'esercito. Duro lo stigma delle cancellerie occidentali. Cremlino accusato anche di boicottare l'accordo sul grano: l'Alto Rappresentante UE Borrell ha parlato del blocco di 50 navi nel Mar Nero. Massima attenzione, a Bruxelles, su questo dossier. Anche per i malumori crescenti, in vari Paesi dell'Europa centro-orientale, per l'impatto sulle filiere agricole. Dopo Polonia e Ungheria anche la Slovacchia ha deciso di vietare temporaneamente le importazioni di cereali dall'Ucraina. Azioni unilaterali ritenute inaccettabili, dall'Unione; al lavoro comunque su un nuovo pacchetto di aiuti, per alleviare la pressione sui prezzi.





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