“Su 255 giorni di guerra, per 211 Mykolaiv, nell'Ucraina meridionale, è stata bombardata dalla Russia. Gli abitanti hanno lasciato la città”. A dirlo è il sindaco, all'alba dell'ennesimo attacco. Nell'ultima settimana Mosca ha usato 68 missili e 30 droni suicidi in territorio ucraino. Da fonti filo-russe intanto filtra che le truppe di Putin potrebbero ritirarsi dalla sponda ovest del fiume Dnipro, dove si trova Kherson, unica grande città conquistata intatta dall'inizio della guerra. Ma, secondo Kiev e gli analisti occidentali, potrebbe trattarsi di una trappola.
Gli 007 di Londra, poi, affermano che la Russia minaccia di sparare ai propri soldati in ritirata per costringerli a rimanere in prima linea. Nel Paese martoriato dalla guerra quattro milioni e mezzo di ucraini sono rimasti senza corrente dopo i bombardamenti e Zelensky accusa: “La Russia pratica il terrorismo dell'energia”. Sul fronte diplomatico il G7 esorta Mosca a prolungare l'accordo che consente il passaggio sicuro delle spedizioni di grano dall'Ucraina.
Il cancelliere tedesco Scholz chiede a Xi Jinping di usare “la sua influenza sulla Russia” per porre fine alla guerra e il presidente cinese afferma la sua contrarietà alla minaccia o all'uso di armi nucleari, rivolgendo a Putin il più diretto avvertimento mai fatto sul tema. Il cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, da parte sua ritiene che da Mosca “ci siano piccoli segnali nella direzione del buon senso” e ribadisce la disponibilità della Santa Sede a facilitare un'eventuale trattativa.