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Ucraina: cresce la pressione russa sul Donbass. A Severodonetsk truppe ucraine in forte difficoltà

Si continua a discutere, intanto, sullo sblocco dei porti ucraini sul Mar Nero, per consentire il trasporto del grano. A vuoto, ieri, il tentativo di mediazione della Turchia

9 giu 2022
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Da una parte la guerra nel Donbass. Dall'altra le tensioni geopolitiche, che valicano i confini dell'Ucraina. Con l'accelerazione verso la NATO di Svezia e Finlandia, una forte militarizzazione del Baltico. Dove è iniziata oggi un'esercitazione aeronavale russa, al fine di perfezionare l'interazione con le forze costiere dell'exclave di Kaliningrad e proteggere le rotte. L'aspetto inquietante è che sono attualmente in svolgimento le grandi manovre annuali dell'Alleanza Atlantica, proprio in questo mare. All'estremità meridionale, di quella che è de facto una nuova cortina di ferro, il Mar Nero: dove nei silos dei porti ucraini resta stoccata un'enorme quantità di cereali.




A vuoto, ieri, la mediazione turca per un'intesa sulla creazione di corridoi sicuri. Il nodo è Odessa. Kiev chiede infatti una serie di garanzie; ed il coinvolgimento di alleati come il Regno Unito. Condizione irricevibile per il Cremlino; che invoca la rimozione di parte delle sanzioni. Richiesta “legittima” per Ankara; e anche l'ONU – leggendo tra le righe delle dichiarazioni di Guterres - parrebbe possibilista. Ma sul punto le cancellerie occidentali sono irremovibili. Da Zelensky anche la richiesta di escludere la Russia dalla FAO. Specchio di queste frizioni la situazione sul campo. E se paiono privi di sostanza, al momento, gli annunci di un'offensiva su Sloviansk; sono invece drammaticamente reali gli scontri a Severodonetsk: quasi completamente in mano russa, ma con una decisa resistenza ucraina nella zona industriale. Segnalati da Kiev bombardamenti su un impianto chimico dove sarebbero rifugiati centinaia di civili.

Sotto pressione anche Lysichansk. Da qui le pressanti richieste all'Occidente, di nuove forniture di armi. Appello già raccolto da Londra, capofila del fronte anti-russo. Ed è forse da leggersi come un messaggio al Governo Johnson, la condanna a morte – da parte dei separatisti di Donetsk – di due cittadini britannici, ed uno marocchino, accusati di aver combattuto come “mercenari” per l'esercito ucraino.





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