Di fronte all'enorme quantità di lutti e sofferenze, provocata dal conflitto, pare forse irrispettoso citare la notizia battuta poco fa dalle agenzie. Lo Eurovision Song Contest 2023 – è stato reso noto - non si svolgerà in Ucraina per ragioni di sicurezza ed organizzative. Solo uno spettacolo, si dirà; ma la decisione – scontata, visto quanto sta accadendo –, a suo modo conferma le previsioni di una guerra di lunga durata; che miete vittime ad un ritmo accelerato, dopo la decisione del Cremlino di assicurarsi - a qualunque prezzo – il controllo del Donbass. Parrebbe alle battute finali la battaglia di Severodonetsk, dopo l'annunciato ingresso, ieri – da parte dei separatisti –, nel perimetro dell'impianto chimico Azot: ultima sacca di resistenza ucraina; dove sarebbero rifugiati anche centinaia di civili.
Secondo fonti filo-russe alcuni soldati, proprio in queste ore, avrebbero iniziato ad arrendersi. Per il resto sembrerebbe crescere la pressione delle forze di Mosca in direzione di Sloviansk; mentre l'Ucraina rivendica l'affondamento di un rimorchiatore russo nei pressi della strategica Isola dei Serpenti, forse con l'utilizzo dei missili antinave Harpoon forniti dall'Occidente: potenziali “game changer” nel Mar Nero. Aggiornato, nel frattempo, il bilancio ONU delle vittime civili: quasi 4.500, dall'inizio dell'invasione. Dalle macerie di questa guerra, Kiev, spera si concretizzi quantomeno il sogno europeo. All'indomani della visita nella capitale di Draghi, Macron e Scholz, la raccomandazione della Commissione – al Consiglio UE – di dare all'Ucraina lo status di candidato all'ingresso nell'Unione. Ma deve fare ancora molto, ha puntualizzato von der Leyen. Zelensky, dal canto suo, ha parlato di giornata storica.