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Ucraina: nel Donetsk ancora in mano ucraina ci si prepara alla nuova offensiva russa

Dopo la conquista russa del Lugansk una fase caratterizzata da piccole schermaglie ed attacchi localizzati. Mosca rivendica la distruzione di 2 Himars

6 lug 2022

Una corsa contro il tempo, quella delle forze di Kiev dispiegate nel Donetsk. Attività febbrile – sotto continui bombardamenti - per rinforzare ulteriormente la linea Bakhmut-Siversk, che potrebbe essere a stretto giro investita dall'onda d'urto delle truppe del Cremlino: galvanizzate dai recenti successi nel Lugansk. Per il momento azioni di “ricognizione armata”, schermaglie. Più o meno lo stesso copione nell'area di Sloviansk: altro possibile obiettivo di una manovra a tenaglia, e più volte sotto il fuoco delle artiglierie in questi giorni. Anche qui attacchi localizzati, spesso ad opera di nuclei di spetsnaz.

L'impressione è che i russi stiano saggiando le difese, alla ricerca di eventuali punti deboli. Puntate offensive che sarebbero comunque state respinte dagli ucraini: ben consapevoli del fatto che in questa città, e nella vicina Kramatorsk, si decideranno le sorti del conflitto. Da qui una serie di strike su nodi logistici, e depositi di munizioni; per portare scompiglio nelle retrovie russe e ritardare l'avanzata. Fondamentale l'utilizzo dei sistemi d'arma statunitensi Himars. Due di questi, tuttavia, sarebbero stati distrutti. Lo ha riferito il portavoce del Ministero della Difesa russo. Brutto colpo – se la notizia fosse confermata - per il morale delle forze ucraine; che fanno ormai totale affidamento, per una futura controffensiva, al materiale bellico fornito da Paesi NATO. Particolarmente assertivo, fra questi, in chiave anti-russa, il Regno Unito.

Ma lo scandalo Pincher – l'ennesimo -, e il conseguente stillicidio di dimissioni nel Governo, rischia di travolgere, o quantomeno indebolire fortemente Boris Johnson: considerato una sorta di eroe a Kiev. Un punto a favore del Cremlino, ma solo in apparenza; improbabile infatti - anche nel caso di un avvicendamento a Downing Street - un cambio di postura verso Mosca. Decisa, dal canto suo - utilizzando la leva del gas -, a creare fratture nel fronte europeo. Guerra di cui non si vede la fine e che sembra condizionare anche le scelte strategiche dell'UE sul green. All'Europarlamento si votava oggi sul “no” alla tassonomia proposta dalla Commissione, che prevede l'inclusione di gas e nucleare. La risoluzione è stata infine bocciata; ma con una nuova spaccatura in seno alla “Maggioranza Ursula”. Soddisfazione invece in Ucraina; anche alla luce delle possibilità di export di energia nucleare.





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