Una “giornata storica”. Zelensky accoglie così la raccomandazione della Commissione – al Consiglio UE – di offrire all'Ucraina l'agognato status di candidato all'ingresso nell'Unione. Molto resta ancora da fare, ha tuttavia rimarcato von der Leyen; con riferimento ad una serie di riforme, specie sulla giustizia e la lotta alla corruzione. Fonti di Bruxelles parlano del resto di un percorso “lungo e doloroso”. Ma è fondamentale, per Kiev, la prospettiva europea; anche da un punto di vista psicologico, per dare un senso alle sofferenze che sta affrontando il Paese. Una quotidianità in cui stentano a trovare spazio i sogni, specie quelli più leggeri; come quando si era vagheggiato di un'edizione 2023, dello Eurovision Song Contest, da tenersi addirittura a Mariupol: città in macerie, e dove in realtà procede spedita un'opera di capillare “russificazione”.
Prevedibile, allora, l'annuncio dell'EBU, di non poter svolgere in Ucraina la manifestazione dell'anno prossimo. Potrebbe essere il Regno Unito il Paese ospitante; visto il secondo posto ottenuto a Torino. Previsti colloqui con la BBC. Notizia accolta con entusiasmo da Downing Street; l'evento – è stato sottolineato - sarebbe organizzato in completa collaborazione con l'Ucraina. Collaborazione già piuttosto robusta in ambito politico - come confermato dalla nuova visita a Kiev di Boris Johnson, che ha incontrato Zelensky -, e in campo militare: con il possibile invio di missili antinave Harpoon.
Come quelli che sarebbero stati utilizzati per colpire un rimorchiatore russo, nei pressi dell'Isola dei Serpenti. Ma è nel Donbass che si giocano le sorti del conflitto; con i prodromi di un'offensiva russa su Sloviansk. Parrebbe già decisa, invece, la sorte di Severodonetsk. Secondo fonti filo-russe alcuni soldati ucraini avrebbero iniziato ad arrendersi, uscendo dall'area industriale. Tutti gli obiettivi saranno realizzati, ha avvertito Putin, dal Forum economico di San Pietroburgo. “L'era dell'ordine mondiale unipolare è finita”, ha aggiunto; ribadendo in tal modo un concetto piuttosto in voga fra gli strateghi del Cremlino: ovvero che l'attuale crisi stia in un qualche modo accelerando un sommovimento geopolitico già in atto, che ad avviso di Mosca disarticolerà l'egemonia statunitense. Ha definito infine “folli e sconsiderate” le sanzioni; che ad avviso del Presidente russo stanno direttamente impattando sulla popolazione e le imprese dei Paesi UE.