Dalle pianure del sud, al Luhansk; dove si combatte in aree forestali devastate dal fuoco dell'artiglieria. Un buco nero che inghiotte vite, l'attuale linea del fronte. Ma nessuna stima indipendente del rateo di perdite dei belligeranti: dato-chiave dei conflitti di logoramento, che richiedono continui afflussi di nuove truppe. 24.000 - è stato reso noto oggi - i soldati ucraini già addestrati dalla missione UE; l'obiettivo è completare le 30.000 unità. Pare il Donbass, attualmente, l'epicentro dei combattimenti; ed è sul fronte di Bakhmut che la controffensiva di Kiev avrebbe ottenuto risultati concreti. Al contempo Mosca rivendica progressi più a nord. Fluida, insomma, la situazione sul campo.
Mentre si profilano scenari di escalation nel Mar Nero, dopo lo stop all'intesa sulle esportazioni di cereali. Londra segnala preparativi di blocco, da parte della flotta russa; e pattugliamenti della rotta tra il Bosforo e Odessa: città peraltro duramente colpita negli ultimi giorni. Kiev dal canto suo paventa possibili provocazioni, dalla Crimea, contro navi civili straniere. Spia di tensioni fuori controllo, in genere, l'allarme false flag. La NATO annuncia un incremento della “vigilanza” nell'area.
Dall'Italia la voce del Presidente Mattarella, che incontrando l'omologo vietnamita ha definito “drammatiche” le conseguenze della decisione del Cremlino di sospendere l'accordo sul grano. Da qui l'appello ad uno sforzo comune “per arrivare ad una prospettiva di pace”; una “pace giusta”, ha sottolineato. Al momento però solo nubi all'orizzonte. Allarme per una nuova ondata di strike sull'Ucraina; preannunciata dal decollo da zone remote della Russia di bombardieri strategici.