Battaglie decisive, quelle in corso nel Donbass. Un utilizzo massiccio dell'artiglieria sta accompagnando la manovra a tenaglia russa sul saliente di Severodonetsk, dove si prospetta una feroce battaglia urbana. Ormai a rischio accerchiamento anche la città di Lyman; le cui fortificazioni sono strategiche, per arginare l'avanzata verso Slovjansk e Kramatorsk: probabile obiettivo politico del Cremlino in questa nuova fase dell'offensiva. Comunque piuttosto lenta, e portata avanti al costo di gravi perdite. Al contempo le forze di Mosca rischiano pesanti ripercussioni dall'onda lunga della controffensiva ucraina nell'area di Kharkiv; che potrebbe tagliare alcune linee di rifornimento russe, compromettendo la proiezione a sud di Izium. Tutto ciò mentre sembra complicarsi la situazione alla Azovstal di Mariupol.
Secondo il Ministero della Difesa russo, da lunedì, si sarebbero arresi 959 soldati ucraini, fra i quali 80 feriti. Ma Kiev ricorda come vi siano ancora “molte persone” nei cunicoli dell'acciaieria. “L'operazione di salvataggio” sarà conclusa – ha dichiarato la vice ministro della Difesa - solo quando tutti i difensori di Mariupol saranno stati evacuati nei territori sotto il controllo ucraino. Lo schema sarebbe quello dello scambio di prigionieri; cui si oppone tuttavia il Presidente del parlamento russo, che invoca processi per i membri del Reggimento Azov, definiti “criminali nazisti”. Possibile dunque uno stallo. Formalizzato, invece, il passo verso la NATO di Finlandia e Svezia, che hanno presentato le rispettive domande al Segretario generale dell'Alleanza Atlantica. “Speriamo di concludere rapidamente” il processo di adesione, ha dichiarato Stoltenberg.