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Ucraina: Stoltenberg auspica un “chiaro messaggio” a Kiev da parte dei Paesi NATO

Poche ore al via del vertice di Vilnius. Il Cremlino conferma intanto le indiscrezioni di stampa circa un incontro a Mosca fra Putin e Prigozhin

10 lug 2023

Priva di consistenza l'ipotesi di un'adesione di Kiev a conflitto in corso: equivarrebbe nei fatti alla terza guerra mondiale. Nella capitale lituana si discuterà piuttosto di una road map che offra una prospettiva di ingresso. Affidata al lavorio diplomatico la ricerca di una quadra; come l'idea rilanciata dall'Italia di un Consiglio NATO-Ucraina. Nel 2002 il medesimo schema fu adottato per le relazioni dell'Alleanza Atlantica con Mosca: precedente poco incoraggiante per Kiev, che teme formule lasche. Da qui la fuga in avanti di Kuleba; che ha dichiarato come gli alleati siano già d'accordo sulla rimozione, dalle procedure di adesione, del “Membership Action Plan”. Ovvero il passaggio più complesso e potenzialmente problematico. Tirato per la giacchetta Stoltenberg ha puntualizzato come non sia ancora stata presa una decisione; pur auspicando dal vertice un “chiaro messaggio” all'Ucraina. Ribadita invece da Biden e Sunak, al termine dell'incontro a Downing Street, la consueta formula del sostegno all'Ucraina “fino alla vittoria”. Ma i decisori di Kiev chiedono impegni precisi. Forzando forse la mano sul piano della narrazione del conflitto. A Bakhmut “il nemico è in trappola – è stato detto oggi -; la città viene posta sotto il controllo delle forze di difesa”.

Ma se davvero le prospettive sul campo fossero favorevoli, non si spiegherebbe l'annuncio dell'Amministrazione Biden circa l'invio di cluster bombs: evidente, infatti, il costo politico. Nebbia di guerra sulla controffensiva; e dinamiche dai contorni poco decifrabili, in vista del vertice di Vilnius. Come l'apparente cambio di postura di Erdogan; che oggi peraltro ha condizionato l'ok all'entrata della Svezia nella NATO ad una apertura dell'UE all'adesione di Ankara. Dopo l'incontro a Istanbul del Presidente turco con Zelensky il ritorno a casa di un gruppo di ufficiali del Reggimento Azov, non previsto dagli accordi con il Cremlino. Che al momento pare abbozzare, consapevole del peso geopolitico del Presidente turco, e infragilito dalla ribellione di Prigozhin. Pare si voglia ostentare un'avvenuta normalizzazione, allora, nella comunicazione di un incontro fra Putin e il capo della Wagner, a 5 giorni dal tentato golpe. Stando a quanto riferito i comandanti della compagnia di contractors avrebbero raccolto l'invito a continuare a combattere per la Russia. Ma è caratterizzato da un'inaffidabilità di fondo, il flusso di news. Paradigmatico l'attacco al Ponte di Kerch. Per mesi Kiev negò le proprie responsabilità. Infine il riconoscimento dell'ovvio; e a stretto giro la notizia – diffusa dai russi – di uno strike missilistico sull'infrastruttura, sventato dalle difese antiaeree. Per l'occasione anche la riapparizione in video del capo di stato maggiore Gerasimov: un fantasma dopo il putsch del 24 giugno.





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