Un piano da 20 miliardi per il sostegno a lungo termine all’Ucraina. La proposta è arrivata sul tavolo dei ministri degli Esteri a Bruxelles. Si tratta di un nuovo capitolo all’interno del già esistente Fondo europeo per la Pace, che ha visto le sue risorse svuotarsi per i rimborsi agli Stati membri per l’invio di armi a Kiev. Il nuovo fondo dovrebbe garantire un sostegno di 5 miliardi l’anno per quattro anni e sarà discusso a fine agosto al Consiglio informale esteri a Toledo. La questione dell’export del grano dall’Ucraina, intanto, continua a tenere banco. I cinque Paesi vicini all’Ucraina - Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia – vogliono chiedere una proroga del divieto sulle importazioni di grano ucraino, concesso dall’Ue, oltre la scadenza del 15 settembre. La Commissione europea ha fatto sapere di non aver ricevuto ancora alcuna richiesta di misure eccezionali e di essere concentrata negli sforzi per portare i prodotti agricoli ucraini sui mercati globali e per aumentare la capacità delle corsie di solidarietà.
Al contrario, proprio dai cinque Paesi serve uno sforzo maggiore, è il messaggio dell’Alto rappresentante Josep Borrell. Le corsie della solidarietà, che consentono il passaggio dei cereali nei paesi terzi mentre l’eccezione dei cinque paesi è sull’import nazionale, devono essere aumentate. Lo stop di Mosca all’accordo sul grano, sommato alla distruzione degli stoccaggi delle ultime ore, “creerà un’enorme crisi alimentare nel mondo”, ha evidenziato il capo della diplomazia europea.
Fabio Fantozzi
corrispondente La Presse