Un mortifero stillicidio di raid da una parte e dall'altra, in questa fase; in attesa della controffensiva ucraina. E se il target pare la logistica del nemico, per fiaccarne la capacità bellica, a farne le spese sono però troppo spesso i civili. Nelle scorse ore segnalate esplosioni a Kiev; mentre dall'altra parte si denunciano bombardamenti nelle regioni di confine. Dove continuano a registrarsi sconfinamenti dei cosiddetti "partigiani" russi: vari report parlano di un probabile supporto di Kiev, quantomeno a livello di intelligence. “Gruppi terroristici ucraini”, taglia corto Mosca; secondo il Ministero della Difesa 50 miliziani sarebbero stati uccisi, nell'attacco della scorsa notte nella oblast di Belgorod. Dubbio l'impatto di simili azioni, a livello operativo; è piuttosto il possibile panico che possono innescare, a preoccupare il Cremlino.
“Bisogna fare di tutto per impedire la destabilizzazione della Russia”, ha dichiarato Putin, in una riunione del consiglio di sicurezza. Piuttosto sorprendente – sull'altro fronte, se si considera il tenore delle ultime uscite – quanto dichiarato oggi da Zelensky, circa le possibilità di adesione alla NATO. Espressa la consapevolezza di come ciò sia impossibile, “mentre la guerra è in corso”. E' da simili segnali che sembra intuirsi un lavorio diplomatico dietro le quinte.
Pechino – tramite il proprio emissario Li Hui – ha ribadito la propria disponibilità a fare quanto necessario per promuovere negoziati; pur riconoscendo come vi siano “difficoltà”; e non è mancato un appello – agli altri Governi - ad interrompere il flusso di armi sul campo di battaglia. Il Segretario di Stato americano Blinken si è detto dal canto suo disponibile a sostenere gli sforzi di Paesi come Brasile e Cina; ma con un caveat: che sia rispettata l'integrità territoriale ucraina. Da interpretare, infine, le indiscrezioni del Financial Times circa una visita segreta del Direttore della CIA, a maggio, nella Repubblica Popolare.