Ciclicamente si è fatto riferimento alla Moldavia, ipotizzando scenari di allargamento del conflitto. E non solo per il dossier Transnistria. Preoccupava in particolare l'insita fragilità di questo Paese, il suo insistere su una pericolosa faglia geopolitica. Una scelta di campo, allora, per Chisinau, la presenza oggi dei Capi di Stato e di Governo di 45 Paesi europei. Un'idea di Macron, la Comunità politica europea. Unici assenti – al castello Mimi di Bulboaca, a 25 chilometri dal confine ucraino - i rappresentanti di Turchia e San Marino. Diretta conseguenza della crisi politica interna, il forfait del Segretario Beccari; solo speculazioni, invece, per il passo indietro di Erdogan: fresco di rielezione, e intenzionato probabilmente a mantenere margini di manovra nei contatti anche con Mosca. Non previste, in questo vertice, conclusioni scritte; ma l'ideale sottotesto era mostrarsi uniti al fianco di Kiev, come dimostrato dalla cosiddetta “foto di famiglia” insieme al Presidente ucraino.
A tutto campo, oggi, Zelensky. Stoccate a Lula; suggestioni, come l'auspicio che ogni Paese europeo sia membro dell'UE e della NATO. Proprio ai vertici dell'Alleanza Atlantica si è poi rivolto, sollecitando un invito all'adesione, in occasione del vertice estivo di Vilnius. Ormai di prammatica le altre dichiarazioni: sviluppo di una coalizione di jet da combattimento, determinazione a combattere fino alla vittoria. Fondamentale, in questo senso, sarà l'eventuale impatto della tanto annunciata controffensiva; vari analisti ritengono infatti non scontato un protrarsi a tempo indefinito del supporto garantito dai partner occidentali. Nell'attesa si susseguono azioni dai contorni difficili da chiarire. Il Ministero della Difesa russo hanno parlato in queste ore di un tentativo di sconfinamento nella regione di Belgorod. Respinti, è stato detto, “gruppi terroristici ucraini”, appoggiati anche da carri armati. Se confermato – al netto dei toni propagandistici – potrebbe trattarsi di un diversivo, per distogliere contingenti russi dai punti più sensibili del fronte. Tutto ciò mentre proseguono gli strike in profondità, da una parte e dall'altra. Quello più grave, a quanto pare, a Kiev; dove la autorità hanno segnalato la morte di 3 persone – tra cui 2 bambini -, e diversi feriti.