L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche fu uno Stato federale socialista transcontinentale, che si estendeva tra Europa settentrionale, Europa orientale, Caucaso, Asia centrale e Asia settentrionale.
Sorse il 20 dicembre 1922 sulle ceneri dell'Impero zarista dopo la guerra civile russa e si sciolse ufficialmente il 26 dicembre 1991, in seguito al fallimento delle riforme democratiche e liberali inaugurate dal governo alla fine degli anni ottanta. Dopo la vittoria conseguita contro le potenze dell'Asse nella seconda guerra mondiale diventò una superpotenza economica e militare, riuscendo a imporre il suo sistema politico e sociale anche fuori dei confini nazionali, soprattutto in Europa orientale. Contro il blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti d'America, l'altra superpotenza emersa all'epoca, inaugurò la guerra fredda, conclusa formalmente con la dissoluzione dell'Unione Sovietica e l'emersione della sua Repubblica principale, la Russia.
La lista delle repubbliche costituenti la federazione subì nel corso del tempo numerose variazioni. Negli anni precedenti il suo scioglimento ne facevano parte quindici Repubbliche Socialiste Sovietiche. La più grande per superficie, economia e popolazione e la più importante sul piano politico era la Repubblica Socialista Sovietica Russa, l'odierna Russia.
L'organizzazione politica del Paese prevedeva un solo partito politico ufficialmente riconosciuto, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica, guidato da un segretario generale e dal politburo.
Sorse il 20 dicembre 1922 sulle ceneri dell'Impero zarista dopo la guerra civile russa e si sciolse ufficialmente il 26 dicembre 1991, in seguito al fallimento delle riforme democratiche e liberali inaugurate dal governo alla fine degli anni ottanta. Dopo la vittoria conseguita contro le potenze dell'Asse nella seconda guerra mondiale diventò una superpotenza economica e militare, riuscendo a imporre il suo sistema politico e sociale anche fuori dei confini nazionali, soprattutto in Europa orientale. Contro il blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti d'America, l'altra superpotenza emersa all'epoca, inaugurò la guerra fredda, conclusa formalmente con la dissoluzione dell'Unione Sovietica e l'emersione della sua Repubblica principale, la Russia.
La lista delle repubbliche costituenti la federazione subì nel corso del tempo numerose variazioni. Negli anni precedenti il suo scioglimento ne facevano parte quindici Repubbliche Socialiste Sovietiche. La più grande per superficie, economia e popolazione e la più importante sul piano politico era la Repubblica Socialista Sovietica Russa, l'odierna Russia.
L'organizzazione politica del Paese prevedeva un solo partito politico ufficialmente riconosciuto, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica, guidato da un segretario generale e dal politburo.
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