Sono volate scintille ieri sera ad Acquaviva. La serata è stata documentata da Rete. I cittadini alzano la voce e richiamano alle loro responsabilità politica e Giunta. Sul tavolo temi caldi come telecomunicazioni e Cartiera Ciacci. Presenti i Segretari Santi, Michelotti e Podeschi. La sala è strapiena. Molti di loro, come Rosanna Sciutti, hanno combattuto in prima linea vecchie battaglie che oggi tornano con nomi diversi. Ieri era la sottostazione elettrica, oggi l'impianto di cogenerazione. Due anni fa è stato promesso che sarà a norma. Gli abitanti di Acquaviva, però, non si fidano più. Temono che il progetto passi mascherato da riqualificazione. Ricostruiscono nove anni di timori e delusioni, di lettere, incontri pubblici, petizioni. I cittadini non vogliono che la cartiera chiuda ma che si metta a norma. E' una vecchia storia di lamentele e notti insonni, di inquinamento acustico, fumo, odori molesti, di assenza di un misuratore di portata per l'analisi delle acque. A suo tempo vennero raccolte 900 firme. Ci sono anche quelle di Augusto Michelotti e Franco Santi. Rosanna Sciutti si aspetta coerenza anche oggi che sono al Governo. Ha fiducia. Con Michelotti – dice – ha condiviso battaglie. Il Segretario ai nostri microfoni rassicura: “Stiamo lavorando perché si rispettino le leggi. Chi non lo fa dovrà adeguarsi, altrimenti o si revocheranno le licenze o si interverrà con sanzioni pesanti. La cartiera Ciacci è inadempiente. Andremo avanti con le verifiche. Se non si adeguerà prenderemo provvedimenti seri. Sono finiti i tempi in cui si faceva finta di niente, ora le regole vanno rispettate”. L'aria si scalda anche sulle telecomunicazioni. Torna nel mirino la giunta. A luglio ha dato parere favorevole per la costruzione di un'antenna. I cittadini lo hanno scoperto da poco. La comunicazione era affissa nella Casa del Castello – si giustifica il Capitano Tamagnini – ed era all'ordine del giorno della seduta del 6 luglio. La serata pubblica era stata organizzata dalla segreteria al Territorio. Caduto il Governo non se n'è fatto più nulla. Dalla platea non gradiscono: “C'è un vulnus della democrazia – dicono - quando organismi che dovrebbero rappresentarti non lo fanno”. Chiedono si fermi tutto. Prima vogliono un parere tecnico. Il Capitano chiede maggior partecipazione e invita la cittadinanza a informarsi e informare. Non vorrei – dice – si cavalcassero certe questioni per ragioni politiche.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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