Il 2019 sarà l'anno della svolta nel negoziato con l'Unione Europea. Ne è convinto il Segretario di Stato agli Affari Esteri Nicola Renzi che delinea anche la strategia sulla questione più delicata e cioè la libertà di circolazione e stabilimento in territorio sammarinese dei cittadini europei.
Durante l'anno che si sta concludendo la Segreteria agli Esteri ha più volte ribadito che nel 2019 si arriverà alla chiusura dell'accordo di associazione con l'Unione Europea che San Marino sta negoziando, insieme a Monaco e Andorra, dal marzo del 2015. Non c'è stato alcun rallentamento nella trattativa, assicura il Segretario agli Esteri Renzi : “Io spero che il 2019 - nella seconda parte – sia l'anno della chiusura del negoziato... non so se sarà anche l'anno della firma ma quello in cui avremo il 100% del testo e potremo iniziare a proporlo alla cittadinanza”.
Già ad inizio 2019, intanto, ci sarà un significativo passaggio sul negoziato tra San Marino, Monaco e Andorra e l'Ue: “È la relazione - dichiara Renzi - che il rapporteur del parlamento europeo, il deputato Lopez Aguilar (che abbiamo ricevuto in visita a San Marino) dovrà fare proprio al Parlamento Europeo che poi dovrà approvarlo. Questo rapporto detterà le linee guida che il Parlamento stesso dà alla Commissione, e quindi al Servizio per l'Azione Esterna, nei confronti del negoziato”.
San Marino si è inoltre impegnato a cristallizzare in un documento politico con la Commissione Ue il percorso fatto durante la trattativa anche in vista dei possibili cambiamenti che potrebbero intervenire dopo le elezioni europee di maggio.
Anche sul nodo forse più difficile da affrontare, e cioè l'accettazione da parte di San Marino della libera circolazione sul proprio territorio dei cittadini europei si sta delineando una “strategia”: “Le modalità per affrontare sia lo stabilimento delle persone, che dei lavoratori, si possono trovare - dichiara Renzi - guardando alcuni modelli che già sono operanti tra stati membri o stati che intrattengono relazioni con la Ue. C'è anche un'ispirazione, per così dire, più teorica e cioè far presente che, come stabiliscono i trattati dell'Unione Europea nei confronti dei piccoli stati che intrattengono relazioni di prossimità con l'Ue, bisogna avere un trattamento particolare che adegui l'aquis comunitario, in alcuni casi, alla loro specificità territoriale”.
l.s.
Di seguito la versione integrale dell'intervista al Segretario di Stato Nicola Renzi.
Segretario, Lei ha più volte dichiarato che il negoziato con l'Ue per l'accordo di associazione è la partita: la partita più importante per la politica estera. Fino a pochi mesi fa avete più volte ribadito che il 2019 sarebbe stato l'anno di chiusura dell'accordo. C'è stato nel frattempo un rallentamento o conferma questa previsione?
“Certamente è la partita, perché la ricollocazione a livello internazionale del nostro paese passa prevalentemente per l'Accordo di Associazione. Questo non vuol dire che siamo in qualche modo ricattati ma che dobbiamo giocare al meglio con tutte le nostre forze, questa partita. Per quel che riguarda i tempi a nessuno sfugge che ci saranno le elezioni europee nel maggio prossimo e quindi cambierà qualcosa all'interno del parlamento europeo e ovviamente all'interno della commissione. Questo non significa che ci sia stato un rallentamento e restiamo ottimisti sul fatto che il 2019 possa essere l'anno della svolta nel negoziato. Quello che la Repubblica di San Marino si è impegnata a fare nei confronti della Commissione è dare la disponibilità a stabilire un documento politico che cristallizzi il lavoro fatto nella trattativa, negli ultimi anni. Quindi, con la nuova Commissione Ue e con il nuovo Parlamento Europeo, non dovremo ricominciare il lavoro ex novo ma potremo partire da ciò che è già stato fatto”.
In tempi recenti Lei ha più volte parlato di alcune linee rosse nel negoziato e il riferimento sembra essere quello della libertà di circolazione e stabilimento delle persone che San Marino, dovrebbe recepire. È tuttavia opinione diffusa – tra i sammarinesi - che uno stato piccolo come il nostro avrebbe difficoltà. Come se ne esce?
“È opinione diffusa e tra quelli che la condividono ci sono anche io: l'abbiamo sempre riaffermato durante il negoziato. Le modalità per affrontare sia lo stabilimento delle persone, che dei lavoratori, si possono trovare guardando alcuni modelli che già sono operanti tra stati membri o stati che intrattengono relazioni con la Ue. Questa può essere la prima suggestione e stiamo già studiando modelli interessanti dal nostro punto di vista. C'è anche un'ispirazione, per così dire, più teorica e cioè far presente che, come stabiliscono i trattati dell'Unione Europea nei confronti dei piccoli stati che intrattengono relazioni di prossimità con l'Ue, bisogna avere un trattamento particolare che adegui l'aquis comunitario, in alcuni casi, alla loro specificità territoriale”
Segretario Lei ha parlato di un documento importante, sull'accordo di associazione, riferito al Parlamento Europeo, che potrebbe arrivare in gennaio. Di cosa si tratta?
“E la relazione che il rapporteur del parlamento europeo, il deputato Lopez Aguilar che abbiamo ricevuto in visita a San Marino, dovrà fare proprio al Parlamento Europeo che poi dovrà approvarlo. Questo rapporto detterà le linee guida che il Parlamento stesso dà alla Commissione, e quindi al Servizio per l'Azione Esterna, nei confronti del negoziato. La visita di Lopez Aguilar è stata per noi motivo di prestigio e soddisfazione perché abbiamo trovato una persona disposta a capire le nostre specificità nel rapporto con un'Unione Europea che non sia preda della burocrazia ma che parla di politica e fa gli interessi dei cittadini. Noi siamo quindi speranzosi che da questo rapporto arrivino buone notizie per la Repubblica di San Marino”
A maggio ci saranno le elezioni europee e gli interlocutori della commissione potrebbero anche cambiare. In quel caso quale sarebbe la sorte della trattativa portata avanti fino ad oggi con la commissione e in particolare con il Servizio Europeo di Azione Esterna?
“Certamente, se gli equilibri cambieranno, ci potranno essere delle ripercussioni, è ovvio. Ma non necessariamente saranno negative. Potrebbero anche essere positive. Nel rapportarci con la Commissione e il Parlamento il lavoro che facciamo è tanto importante quanto quello che facciamo a livello tecnico. Far capire al rapporteur del Parlamento che la Repubblica di San Marino è a tutti gli effetti uno Stato che ha le proprie specificità è lo stesso lavoro che noi dovremo fare con la Commissione e tutti gli altri gradi della politica e dell'amministrazione europea che ha a che fare con noi all'interno del negoziato”.
Lei ha detto che il 2019 sarà l'anno della svolta. Per essere più precisi: cosa si intende? Chiusura della trattativa? Firma dell'accordo? Entrata in vigore?
“Io spero che il 2019 - nella seconda parte – sia l'anno della chiusura del negoziato... Non so se sarà anche l'anno della firma ma quello in cui avremo il 100% del testo e potremo iniziare a proporlo alla cittadinanza”.
Durante l'anno che si sta concludendo la Segreteria agli Esteri ha più volte ribadito che nel 2019 si arriverà alla chiusura dell'accordo di associazione con l'Unione Europea che San Marino sta negoziando, insieme a Monaco e Andorra, dal marzo del 2015. Non c'è stato alcun rallentamento nella trattativa, assicura il Segretario agli Esteri Renzi : “Io spero che il 2019 - nella seconda parte – sia l'anno della chiusura del negoziato... non so se sarà anche l'anno della firma ma quello in cui avremo il 100% del testo e potremo iniziare a proporlo alla cittadinanza”.
Già ad inizio 2019, intanto, ci sarà un significativo passaggio sul negoziato tra San Marino, Monaco e Andorra e l'Ue: “È la relazione - dichiara Renzi - che il rapporteur del parlamento europeo, il deputato Lopez Aguilar (che abbiamo ricevuto in visita a San Marino) dovrà fare proprio al Parlamento Europeo che poi dovrà approvarlo. Questo rapporto detterà le linee guida che il Parlamento stesso dà alla Commissione, e quindi al Servizio per l'Azione Esterna, nei confronti del negoziato”.
San Marino si è inoltre impegnato a cristallizzare in un documento politico con la Commissione Ue il percorso fatto durante la trattativa anche in vista dei possibili cambiamenti che potrebbero intervenire dopo le elezioni europee di maggio.
Anche sul nodo forse più difficile da affrontare, e cioè l'accettazione da parte di San Marino della libera circolazione sul proprio territorio dei cittadini europei si sta delineando una “strategia”: “Le modalità per affrontare sia lo stabilimento delle persone, che dei lavoratori, si possono trovare - dichiara Renzi - guardando alcuni modelli che già sono operanti tra stati membri o stati che intrattengono relazioni con la Ue. C'è anche un'ispirazione, per così dire, più teorica e cioè far presente che, come stabiliscono i trattati dell'Unione Europea nei confronti dei piccoli stati che intrattengono relazioni di prossimità con l'Ue, bisogna avere un trattamento particolare che adegui l'aquis comunitario, in alcuni casi, alla loro specificità territoriale”.
l.s.
Di seguito la versione integrale dell'intervista al Segretario di Stato Nicola Renzi.
Segretario, Lei ha più volte dichiarato che il negoziato con l'Ue per l'accordo di associazione è la partita: la partita più importante per la politica estera. Fino a pochi mesi fa avete più volte ribadito che il 2019 sarebbe stato l'anno di chiusura dell'accordo. C'è stato nel frattempo un rallentamento o conferma questa previsione?
“Certamente è la partita, perché la ricollocazione a livello internazionale del nostro paese passa prevalentemente per l'Accordo di Associazione. Questo non vuol dire che siamo in qualche modo ricattati ma che dobbiamo giocare al meglio con tutte le nostre forze, questa partita. Per quel che riguarda i tempi a nessuno sfugge che ci saranno le elezioni europee nel maggio prossimo e quindi cambierà qualcosa all'interno del parlamento europeo e ovviamente all'interno della commissione. Questo non significa che ci sia stato un rallentamento e restiamo ottimisti sul fatto che il 2019 possa essere l'anno della svolta nel negoziato. Quello che la Repubblica di San Marino si è impegnata a fare nei confronti della Commissione è dare la disponibilità a stabilire un documento politico che cristallizzi il lavoro fatto nella trattativa, negli ultimi anni. Quindi, con la nuova Commissione Ue e con il nuovo Parlamento Europeo, non dovremo ricominciare il lavoro ex novo ma potremo partire da ciò che è già stato fatto”.
In tempi recenti Lei ha più volte parlato di alcune linee rosse nel negoziato e il riferimento sembra essere quello della libertà di circolazione e stabilimento delle persone che San Marino, dovrebbe recepire. È tuttavia opinione diffusa – tra i sammarinesi - che uno stato piccolo come il nostro avrebbe difficoltà. Come se ne esce?
“È opinione diffusa e tra quelli che la condividono ci sono anche io: l'abbiamo sempre riaffermato durante il negoziato. Le modalità per affrontare sia lo stabilimento delle persone, che dei lavoratori, si possono trovare guardando alcuni modelli che già sono operanti tra stati membri o stati che intrattengono relazioni con la Ue. Questa può essere la prima suggestione e stiamo già studiando modelli interessanti dal nostro punto di vista. C'è anche un'ispirazione, per così dire, più teorica e cioè far presente che, come stabiliscono i trattati dell'Unione Europea nei confronti dei piccoli stati che intrattengono relazioni di prossimità con l'Ue, bisogna avere un trattamento particolare che adegui l'aquis comunitario, in alcuni casi, alla loro specificità territoriale”
Segretario Lei ha parlato di un documento importante, sull'accordo di associazione, riferito al Parlamento Europeo, che potrebbe arrivare in gennaio. Di cosa si tratta?
“E la relazione che il rapporteur del parlamento europeo, il deputato Lopez Aguilar che abbiamo ricevuto in visita a San Marino, dovrà fare proprio al Parlamento Europeo che poi dovrà approvarlo. Questo rapporto detterà le linee guida che il Parlamento stesso dà alla Commissione, e quindi al Servizio per l'Azione Esterna, nei confronti del negoziato. La visita di Lopez Aguilar è stata per noi motivo di prestigio e soddisfazione perché abbiamo trovato una persona disposta a capire le nostre specificità nel rapporto con un'Unione Europea che non sia preda della burocrazia ma che parla di politica e fa gli interessi dei cittadini. Noi siamo quindi speranzosi che da questo rapporto arrivino buone notizie per la Repubblica di San Marino”
A maggio ci saranno le elezioni europee e gli interlocutori della commissione potrebbero anche cambiare. In quel caso quale sarebbe la sorte della trattativa portata avanti fino ad oggi con la commissione e in particolare con il Servizio Europeo di Azione Esterna?
“Certamente, se gli equilibri cambieranno, ci potranno essere delle ripercussioni, è ovvio. Ma non necessariamente saranno negative. Potrebbero anche essere positive. Nel rapportarci con la Commissione e il Parlamento il lavoro che facciamo è tanto importante quanto quello che facciamo a livello tecnico. Far capire al rapporteur del Parlamento che la Repubblica di San Marino è a tutti gli effetti uno Stato che ha le proprie specificità è lo stesso lavoro che noi dovremo fare con la Commissione e tutti gli altri gradi della politica e dell'amministrazione europea che ha a che fare con noi all'interno del negoziato”.
Lei ha detto che il 2019 sarà l'anno della svolta. Per essere più precisi: cosa si intende? Chiusura della trattativa? Firma dell'accordo? Entrata in vigore?
“Io spero che il 2019 - nella seconda parte – sia l'anno della chiusura del negoziato... Non so se sarà anche l'anno della firma ma quello in cui avremo il 100% del testo e potremo iniziare a proporlo alla cittadinanza”.
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