Un addio senza commozione: lucido nel riconoscere il peso limitante dell'età, secco nel denunciare il marcio che ancora si annida nel "sottobosco" della politica. Ma molto sentito nel cercare di ridare fiducia agli italiani spronandoli a rialzare la testa, ad aiutare la politica a ritrovare senso morale e legalità. Ma si tratta di un'uscita definitiva che avverrà dopo la fine formale del semestre europeo (13 gennaio) e che Giorgio Napolitano ha voluto ufficializzare nell'appuntamento per lui più importante, quello con i cittadini nel messaggio di fine anno. Il presidente si congeda ma come è sua abitudine non è un addio introspettivo, un semplice bilancio di tante fatiche: ha preferito uscire tracciando ancora una volta la strada del prossimo futuro: riforme, guerra alla corruzione, ripresa economica, lotta alla disoccupazione giovanile e sempre più Europa. Si chiude così non un settennato ma quasi un "novennato", un periodo lunghissimo al vertice delle istituzioni.
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