“Fare fronte comune, nella consapevolezza che l’aiuto dell’Italia e delle sue strutture è indispensabile per combattere le infiltrazioni mafiose”. Lo dice il segretario di Stato per la Giustizia, lo conferma l’Aula che, con toni sostanzialmente bipartisan, rimarca la consapevolezza che senza il supporto di chi la mafia la combatte in prima linea, San Marino può senza dubbio fare di più ma non può vincere la battaglia. 34 le richieste di parola per un dibattito che finora ha registrato visioni sostanzialmente comuni. La necessità, è stato detto da maggioranza e opposizione, è quella di fare sistema perché qui non si tratta di far vedere chi è più o meno bravo ma di estirpare questi fenomeni. Anche sulla mancanza di dati sensibili non ci sono state particolari contestazioni. Ivan Foschi lamenta l’assenza di elementi già emersi pubblicamente. Il Commissario della Legge Rita Vannucci ha parlato di 10 milioni di euro sequestrati negli ultimi 2 anni. La cronaca racconta di imprenditori prelevati a Cattolica e portati a San Marino per assistere a pestaggi. Sul Titano, qualche anno fa, fu arrestato uno dei superlatitanti della ‘ndrangheta. Fiorenzo Stolfi invece dice di comprendere la scelta di Casali e aggiunge che evidentemente Tremonti non aveva tutti i torti quando ha sostenuto in più di una occasione che San Marino doveva liberarsi della criminalità organizzata. La politica si confronta anche sulla futura commissione d’inchiesta. “La criminalità organizzata - sottolinea Pier Marino Menicucci dell’Upr - è quella che scioglie i bambini nell’acido e che può chiamare un membro della commissione per ricordargli che ha dei figli. Senza l’aiuto e gli accordi con l’Italia - ribadisce - possiamo fare poco”. La collaborazione con gli organi italiani - sottolinea Alessandro Mancini del Psrs - non significa perdere autonomia ma rafforzarla”. E su questo l’Aula è stata unanime “anche se - dice Vanessa Muratori - la scelta immediata verso lo scambio di informazioni taglierebbe le mani a molti”. “Quando una economia si base sulla riservatezza e sul segreto bancario - conferma il capogruppo della Dc Luigi Mazza - è molto difficile combattere questi fenomeni”. “I passi in avanti degli ultimi 2 anni ci aiutano ma dobbiamo fare di più”. Claudio Felici guarda al futuro: “se mostreremo titubanze - dice il capogruppo del Psd - se daremo l’idea di voler salvare qualche nicchia protetta, con quella opacità che fa dubitare i nostri interlocutori esterni, allora perderemo questa occasione”. “Bene elevare il nostro livello di competenza”, dice il segretario Podeschi. “Ma non c’è solo l’Italia. Prendiamo esempio dal Liechtenstein e dalla Svizzera”. E il segretario Ciavatta insiste sulla necessità di coinvolgere i sammarinesi. “C’è anche - dice - un problema culturale. La consapevolezza dell’entità del fenomeno non è così diffusa”. “Ma - aggiunge Angela Venturini dell’Udm - se c’è la mafia catanese, la Banda della Magliana o la mafia russa, vuol dire che qualcuno l’ha fatta entrare, che qualche sammarinese ha avuto contatti di questo tipo e ha ceduto alle lusinghe del denaro facile”. Nell’affrontare la riforma dell’ordinamento giudiziario, Giovanni Lonfernini invita a puntare alla costituzione di un ufficio autonomo inquirente per reprimere i reati, una sorta di Procura della Repubblica.
Sonia Tura
Sonia Tura
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