“Fermiamoli prima che sia troppo tardi” è l’accorato appello del Psrs. “Il governo è confuso, al capolinea. Ammette di aver fatto tutto il possibile con l’Italia, dunque certifica il proprio fallimento”. Per i Socialriformisti, dopo due anni e mezzo, non è possibile la politica dello scaricabarile, così come non si può sempre additare in Tremonti la causa di tutti i mali. “Deve alzare bandiera bianca – dice Simone Celli – la sfida è riscrivere l’agenda politica. Non servono manovre di palazzo come l’eventuale appoggio esterno del Psd, che puzza di vecchio”. Il Psrs mette in campo una alleanza con il paese, in primis guardando al Movimento degli imprenditori. Il fallimento dell’esecutivo è segnato dalle criticità emerse in Commissione Finanze, tanto che il Psrs ha chiesto anche una audizione alla commissione di controllo per la finanza pubblica per conoscere lo stato di salute dei conti pubblici. Sul fronte economico Paride Andreoli lancia l’allarme occupazione. “Nell’ultimo biennio hanno chiuso oltre 1200 aziende e c’è uno sciopero alle porte”. Il paese ha chiesto un cambiamento – ribadisce Paolo Crescentini – e lo ha ribadito con l’esito del Referendum. Ultima analisi sulla cessione di Bac: “Il Psrs teme la localizzazione del sistema finanziario, anche se è positivo che la situazione si sia risolta” mette poi in evidenza le contraddizioni del presidente della Fondazione Masi, che ha espresso lo stesso timore quando era pronto a comprare in cordata la Bac. Infine il sistema sanitario. “Si profila l’introduzione del ticket. Quando lo abbiamo ipotizzato alcuni mesi fa in aula consigliare siamo stati aspramente criticati proprio dalla maggioranza. Ci dispiace scoprire, per questo e altre cose, che eravamo stati dei profeti”.
Nel video l’intervista al segretario Simone Celli.
Giovanna Bartolucci
Nel video l’intervista al segretario Simone Celli.
Giovanna Bartolucci
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