Sarà il Consiglio dei Ministri di martedì prossimo a varare le misure in favore delle aree colpite dall'alluvione dei giorni scorsi; l'assenza del presidente Meloni, in Giappone per il G7, e la necessità di quantificare al meglio l'entità dei danni spiegano la convocazione dell'organo di governo solo la prossima settimana. Sono già stati anticipati i primi passi di Roma per l'Emilia-Romagna e alcune zone di Marche e Toscana: la dichiarazione dello stato d’emergenza, i primi stanziamenti, la sospensione o proroga delle scadenze fiscali, contributive , giudiziarie e del pagamento dei mutui. Palazzo Chigi dovrà anche decidere se nominare un commissario straordinario, così come chiede il governatore Bonaccini.
A fianco delle misure di emergenza, la politica italiana è chiamata, per l'ennesima volta, a studiare provvedimenti strutturali per arginare il dissesto idrogeologico del territorio della penisola, reso fragile dalla cementificazione selvaggia – Emilia Romagna prima per cementificazione nelle aree alluvionali - e dai cambiamenti climatici. Se sulle misure d'emergenza i partiti sono tutti d'accordo, sulla politica ambientale tornano subito le divisioni: argomento di scontro le conseguenze del cambiamento climatico e le leggi per limitare il consumo del territorio. il rischio è che il confronto tra ambientalisti e chi ridimensiona i danni provocati dai mutamenti del clima sia bloccato dalle ideologie, con la conseguenza di perdere ancora tempo prezioso, invece di lavorare per prevenire emergenze che coinvolgono vaste aree della penisola, a intervalli sempre più brevi.
Nel video le interviste a Angelo Bonelli (Allenza Verdi-Sinistra) e a Tommaso Foti (Fratelli d'Italia)