"Il nostro governo non è più un organo collegiale come previsto dalla Costituzione, ma sostanzialmente un organo monocratico: perché i poteri dei ministeri dell'Economia, delle Finanze, del Bilancio, delle Opere pubbliche sono tutti in mano a una sola persona. E se il ministro dell'Economia non lo vuole, non si muove foglia". Lo ha detto Antonio Martino del Pdl all'Ansa, riferendosi al ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Antonio Martino partecipa alla Camera alla presentazione del libro di Sergio Barducci "Visti da lontano. La Repubblica di San Marino vista con gli occhi dei politici italiani", con Nicola Selva (coordinatore dell'Associazione di consiglieri sammarinesi) e Massimo Vannucci del Pd, (coordinatore dell'associazione di parlamentari italiani). Si parla dei rapporti tra l'Italia e la Repubblica del Titano, mai stati così tesi come in questi ultimi mesi. E Martino prende le parti di San Marino, rispetto alla quale il ministro dell'Economia non vuol far passi indietro. "Un sostenitore del federalismo - spiega Martino, dopo aver sottolineato come la piccola Repubblica possa essere una risorsa per l'Italia - non può criticare o osteggiare la libertà di San Marino". E, riferendosi a Tremonti, Martino aggiunge: "In Italia non esiste un governo, ma un ministro con tanti appendici inutili, perché non hanno un soldo". E ancora: "Non mi piace attribuire molto potere a una sola persona, perciò sono contrario alla dittatura. Anche in democrazia bisogna stare attenti: non è detto che il Parlamento riesca a contenere tutte le richieste del governo". A San Marino, Martino lancia un appello: "Può e deve far valere le proprie peculiarità. Sento dire che dovreste entrare in Europa, ma per carità di Dio! L'Europa vuole l'armonia fiscale, che sarebbe come voler mettere lo stesso vestito a Giuliano Ferrara e Piero Fassino". E aggiunge: "San Marino soffre di un handicap: è un enclave, è circondata dall'Italia e non ne può fare a meno. Alle eccessive pretese di un ministro di uno Stato estero potete opporvi. Lo farete? Avrete il coraggio? Spero di sì e io - conclude - chiederò asilo politico".
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