Un passaggio consigliare delicato, quello della prossima settimana, un banco di prova per la maggioranza, come è stato definito dagli stessi leader delle 4 forze di coalizione. Delle tensioni nessuno nasconde l’esistenza: le hanno rimarcate gli esponenti di Alleanza Popolare, che per questi dissapori interni, dimostra la maggiore sofferenza; lo stesso ha fatto Sinistra Unita, che seppure leggermente meno rigida, non ha gradito le divergenze e intende capire quali siano i margini di recupero del clima di fiducia. Una condizione che oggi appare piuttosto precaria e che il passaggio parlamentare della legge obiettivo, ma soprattutto dei testi legislativi già avviati all’iter consiliare, dovranno o meno confermare. In attesa del voto ci sono la legge sulla lotta al riciclaggio, ribattezzata legge Moneyval per la sollecitazione del gruppo di esperti di Strasburgo, e la legge sul giusto processo. L’esito di queste due votazioni sarà determinante per saggiare la tenuta. Il Partito dei Socialisti e dei Democratici ha deciso di riunire d’urgenza, domenica pomeriggio, il proprio gruppo consiliare per affrontare la delicata situazione e rimarcare le volontà politiche. Conferma convinta del programma definito, dei progetti avviati e di quelli contenuti nella legge obiettivo, sottoscritta da tutte e 4 le parti della coalizione. Se venissero a meno le condizioni politiche allora si ricorra alle elezioni, come prevede la legge elettorale. Se cioè qualcuno deciderà di far venire a meno i voti che servono per l’adozione dei provvedimenti programmati, allora l’unica soluzione resterà quella delle consultazioni elettorali. E’ una sorta di via libera del PSD all’eventuale ricorso alle urne prima della scadenza elettorale, richiamato da Alleanza Popolare e Sinistra Unita, come strada maestra per fare chiarezza.
“Non è certo un obiettivo il nostro – spiega il capogruppo Claudio Felici – ma una decisione che potremmo assumere nell’ottica di salvaguardia di un progetto che riteniamo importante per il Paese”. Un concetto rimarcato dai Democratici di Centro, che ribadiscono l’esigenza prioritaria della chiarezza e il dovere della responsabilità della politica. “Abbiamo assunto il ruolo di governo – dichiarano i DdC – per garantire le riforme indispensabili e l’ammodernamento del Paese, e per rendere concreta una proposta politica seria e credibile, in linea con la nuova legge elettorale”. “Qualora – aggiungono i DdC – dovessero emergere, in Aula Consiliare, incertezze o vere e proprie difficoltà - legate magari alle tentazioni di chi vuole modificare l’attuale quadro politico attraverso la riproposizione di esperienze già vissute e, soprattutto, impresentabili - la scelta responsabile sarebbe quella delle elezioni anticipate, senza escludere, nei termini possibili, un’ulteriore strutturazione della coalizione attuale, che, allo stato dei fatti, non pare avere alternative in grado di proporsi plausibilmente alla guida del Paese”.
“Non è certo un obiettivo il nostro – spiega il capogruppo Claudio Felici – ma una decisione che potremmo assumere nell’ottica di salvaguardia di un progetto che riteniamo importante per il Paese”. Un concetto rimarcato dai Democratici di Centro, che ribadiscono l’esigenza prioritaria della chiarezza e il dovere della responsabilità della politica. “Abbiamo assunto il ruolo di governo – dichiarano i DdC – per garantire le riforme indispensabili e l’ammodernamento del Paese, e per rendere concreta una proposta politica seria e credibile, in linea con la nuova legge elettorale”. “Qualora – aggiungono i DdC – dovessero emergere, in Aula Consiliare, incertezze o vere e proprie difficoltà - legate magari alle tentazioni di chi vuole modificare l’attuale quadro politico attraverso la riproposizione di esperienze già vissute e, soprattutto, impresentabili - la scelta responsabile sarebbe quella delle elezioni anticipate, senza escludere, nei termini possibili, un’ulteriore strutturazione della coalizione attuale, che, allo stato dei fatti, non pare avere alternative in grado di proporsi plausibilmente alla guida del Paese”.
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