Berlusconi fa un passo indietro. Il Cavaliere annuncia che non si candiderà a premier alle prossime elezioni. E con un appello a quanti non si riconoscono nella sinistra, non esclude Mario Monti come il possibile leader di un raggruppamento dei moderati che spazi dall’Udc a Montezemolo fino alla Lega, tendendo la mano a Fini che però resta freddo rispetto a quello che suona come un tentativo di riavvicinamento. Montezemolo legge come un “gesto di responsabilità”
la disponibilità di Berlusconi, il quale ammette di lavorare a un nuovo nome per il Pdl. Sebbene nel Terzo Polo l’apertura del Cavaliere determini discussione, Casini resta dubbioso, e Bersani non ci sta:
“Chi tira per la giacca Monti a fini elettorali non fa un buon servizio nè a Monti né al Paese”, sbotta il segretario del Pd che reclama dopo il voto un governo politico e deve fare i conti con i nuovi attacchi, questa volta in campo anagrafico, che Matteo Renzi gli riserva in vista delle primarie del centrosinistra. E mentre tra Pdl e Pd manca ancora un’intesa sul nodo sulla scelta tra collegi e preferenze per la nuova legge elettorale in vista dell’avvio dell’esame in commissione ed il governo cerca di stringere i tempi sulla legge anticorruzione, dopo un lungo confronto con i sindacati il Consiglio dei ministri vara la legge di stabilità. I tagli nella Sanità e nel pubblico impiego sono i temi caldi di un provvedimento che nelle intenzioni del governo deve servire a scongiurare l’aumento dell’Iva. La Cgil dice no ai tagli e minaccia lo sciopero generale, ma Bonanni apre al governo: la Cisl deciderà giorno per giorno il da farsi.
Francesco Bongarrà
la disponibilità di Berlusconi, il quale ammette di lavorare a un nuovo nome per il Pdl. Sebbene nel Terzo Polo l’apertura del Cavaliere determini discussione, Casini resta dubbioso, e Bersani non ci sta:
“Chi tira per la giacca Monti a fini elettorali non fa un buon servizio nè a Monti né al Paese”, sbotta il segretario del Pd che reclama dopo il voto un governo politico e deve fare i conti con i nuovi attacchi, questa volta in campo anagrafico, che Matteo Renzi gli riserva in vista delle primarie del centrosinistra. E mentre tra Pdl e Pd manca ancora un’intesa sul nodo sulla scelta tra collegi e preferenze per la nuova legge elettorale in vista dell’avvio dell’esame in commissione ed il governo cerca di stringere i tempi sulla legge anticorruzione, dopo un lungo confronto con i sindacati il Consiglio dei ministri vara la legge di stabilità. I tagli nella Sanità e nel pubblico impiego sono i temi caldi di un provvedimento che nelle intenzioni del governo deve servire a scongiurare l’aumento dell’Iva. La Cgil dice no ai tagli e minaccia lo sciopero generale, ma Bonanni apre al governo: la Cisl deciderà giorno per giorno il da farsi.
Francesco Bongarrà
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