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Il Bilancio dello Stato in Aula

26 nov 2013
Il Bilancio dello Stato in Aula
Il Bilancio dello Stato in Aula
25 milioni di disavanzo nel bilancio 2012. 33 milioni nel 2013. Il bilancio 2014 prevede un deficit di 25 milioni che, assicura il Segretario alle finanze, vogliamo ridurre tra la I e la II lettura, reperendo altre risorse. Felici sottolinea il forte ridimensionamento della liquidità dello Stato. Servono, ricorda, scelte rigorose. Anche se, aggiunge, nel breve periodo la ratifica dell'accordo con l'Italia che entrerà in vigore il 1 gennaio 2014 e l'uscita dalla black list rappresenteranno un rilancio importante per la nostra economia. Le prime difficoltà della finanza pubblica risalgono al 2009. Da allora, ricorda Felici, sono stati introdotti diversi provvedimenti straordinari: dall'addizionale Igr, alla tassa frontalieri, dalla minimun tax all'imposta straordinaria sugli immobili che, ripete, è limitata a un provvedimento una tantum. Questo bilancio, a differenza degli esercizi precedenti, non prevede la proroga dei provvedimenti straordinari, superati dalla nuova riforma fiscale. Unica eccezione la minimun tax, prorogata fino al 2017. Il Segretario alle finanze stima, con l'entrata in vigore dei nuovi tributi, 106 milioni – 3 in più rispetto al previsionale 2013 – . Per il contenimento della spesa pubblica si taglieranno indennità, i costi di Banca Centrale, i compensi degli organismi statali, verrà aumentata la ritenuta di solidarietà, si preparano pre-pensionamenti. Per lo sviluppo si punta sul parco scientifico e tecnologico, sulla San Marino card, sul distretto culturale, mentre il governo si impegna a presentare entro luglio un progetto organico sul regime Iva. Non ci sono disposizioni sulla trasparenza degli assetti fiscali, conclude Felici, per la precisa volontà di un confronto in Aula. Dalla minoranza arrivano commenti all'insegna della delusione. Non ci sono tagli strutturali, è il commento generale. Valutazione condivisa da Marino Riccardi del Psd. “Mi aspettavo almento uno sforzo per avvicinare il settore pubblico a quello privato, afferma. Non ci possiamo più permettere di continuare a pagare come prima. Bisogna tagliare gli stipendi della pa, salvaguardando le fasce più deboli. Alla fine pagheranno i sammarinesi, dice il segretario socialista presentando le scelte adottate dal comitato esecutivo dell'Iss il 31 ottobre scorso. Si parla, elenca Celli, di un ticket sanitario di 3 euro per ricetta, per esame di laboratorio, per radiologia. Si procede, accusa, con la linea deleteria di aggressione allo stato sociale prima di aggredire sprechi e privilegi largamenti diffusi nell'ammministrazione pubblica e nell'Iss. Un bilancio disarmante, commenta Andrea Zafferani di Civico 10, per il suo minimalismo nella parte legata allo sviluppo. E sui prepensionamenti dice: “non ci sitamo a spostare il carico della riduzione del deficit sulle nuove generazioni”. Stiamo vivendo una fase di transizione, ricorda il capogruppo del psd Stefano Macina, sia nella politica delle entrate che nella spending review. In teoria siamo tutti d'accordo nell'aggredire spesa pubblica ma poi, sottolinea, vediamo che il 48% è spesa sanitaria, il 22% scolastica: Se non dobbiamo toccare questi due settori resta poco da tagliare e di certo non si raggiunge l'obiettivo del pareggio di bilancio.


Sonia Tura

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