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C10: riforma fiscale, una gran confusione

6 gen 2014
C10: riforma fiscale, una gran confusione
C10: riforma fiscale, una gran confusione
La confusione regna sovrana: è quello che si potrebbe dire relativamente alla riforma fiscale appena approvata, in vigore da qualche giorno ma di cui ai cittadini poco o nulla è stato spiegato.
In particolare, la domanda che tutti si pongono è: visto che la riforma permette di scaricare le spese effettuate in territorio, come dobbiamo documentarle? Dobbiamo pagare con la Smac? Dobbiamo tenere gli scontrini? E quanto possiamo dedurre?
Domande alle quali, fino a qualche giorno fa, il nostro movimento era costretto a rispondere: “boh, occorre attendere il Decreto attuativo”, dato che la riforma fiscale è praticamente tutta rimandata a Decreti.
In zona cesarini, il 30 Dicembre, è uscito il Decreto Delegato n.180/2013 che fornisce le risposte a questi dubbi. O almeno avrebbe dovuto fornirle in quanto, pur leggendo attentamente i quattro articoli del Decreto, si comprende ancora poco o nulla.
Si afferma che sono deducibili solo le spese il cui pagamento è attestato da Smac Card, quindi il primo dubbio: bisogna pagare con il credito della Smac e quindi non tramite contanti, carte di credito, bancomat, assegni, oppure è sufficiente lo scontrino che ci accredita lo sconto. Su questo pretenderemo chiarezza in fase di ratifica.
In ogni caso, c'è un problema molto serio: la Smac Card non viene resa obbligatoria per i venditori di beni o servizi. Ciò significa che si può scaricare solo quello che viene documentato con la Smac ma che non c'è obbligo per il venditore di averla nel suo esercizio. Per creare questo obbligo serve un altro Decreto che al momento il Governo non sembra abbia urgenza di emettere. Si potrebbe addirittura ipotizzare che i venditori di beni e servizi possano scegliere di uscire dal circuito Smac, piuttosto che entrarci, in modo da evitare ai consumatori di documentare le spese e vedersi tracciati i ricavi.
Un dettaglio importante è la mancanza di collegamenti elettronici tra Smac Card e Ufficio Tributario. Non è assolutamente chiaro se i consumatori dovranno conservare gli scontrini della Smac fino al 31 Dicembre di ogni anno, se sarà sufficiente stampare il prospetto riassuntivo delle spese (disponibile sul sito internet della Smac) o ancora se sarà automaticamente l’Ufficio Tributario ad effettuare informaticamente la verifica.
Anche questa volta il Governo “ha fatto le cose con i piedi”! Se la Smac fosse stata obbligatoria fin da subito per tutti i venditori di beni o servizi ai consumatori e se i POS fossero stati collegati direttamente e informaticamente all’Ufficio Tributario, sarebbe stato un gioco da ragazzi: i consumatori avrebbero strisciato la Smac ed in un secondo avrebbero scaricato la spesa, mentre l'esercente in quello stesso secondo avrebbe “dichiarato” la transazione. Col positivo effetto collaterale di incentivare i consumi in territorio.
Naturalmente, conscio di dover obbligare i venditori di beni e servizi a dotarsi di POS, il Governo ha previsto un regime transitorio per il 2014 per il quale potranno essere dedotte le spese documentate da fattura, parcella o ricevuta fiscalmente riconosciuta dall’Ufficio Tributario. Non ve ne fossero abbastanza, si creano ulteriori dubbi e difficoltà per il consumatore che dovrà comprendere cosa, per l’Ufficio Tributario, si intenda con il termine “fiscalmente”!!!
In attesa di chiarimenti su questi pasticci, invitiamo i consumatori a richiedere sempre le ricevute degli acquisti effettuati e conservarli assieme alle ricariche Smac. Quindi effettuare pagamenti con la Smac stessa recandosi negli esercizi commerciali che manterranno o introdurranno la stessa, così da incentivarne l'utilizzo.
Restiamo a disposizione all'indirizzo info@civico10.org per cercare di spiegare le novità introdotte da questa riforma fiscale.


Comunicato stampa Civico 10

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