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Campagna contro la violenza sulle donne: l'indirizzo della Reggenza

24 nov 2006
Sala consiliare
Sala consiliare
“La violenza sulle donne è senz’altro una fra le più vergognose crudeltà dei nostri tempi. Esiste, è diffusa e non appare affatto in diminuzione. Le donne ne sono vittime sotto forme diverse: non solo in particolari circostanze storiche e sociali, ma anche nella quotidianità e nella vita domestica”. Con queste parole, la Reggenza ha aperto la campagna paneuropea del Consiglio d’Europa contro la violenza nei confronti delle donne. "Se in Asia e in Medio Oriente le donne, come hanno ricordato i Capitani Reggenti, vengono sacrificate sull’altare del presunto “onore” maschile, in Africa occidentale le bambine sono sottoposte a mutilazioni genitali in nome della tradizione. Se in alcune regioni del mondo mancano all’appello centinaia di migliaia di bambine, uccise alla nascita solo perché femmine, in Europa e in America, nei paesi più ricchi e sviluppati del mondo, le donne subiscono violenza fino alla morte anche per mano del proprio partner". La Reggenza ha poi ricordato le tappe della protezione giuridica dei diritti della donna a San Marino: nel '59 il diritto di voto e solo nel '73 il diritto all’elettorato passivo. Ma bisogna attendere il 1981 perché una donna venga eletta Capitano Reggente ed è sempre dell’81 la legge che riconosce la piena parità tra uomo e donna in materia di lavoro. "Nel 1984, dopo una lunghissima battaglia - ha sottolineato la Reggenza - le donne conquistano il diritto a mantenere la cittadinanza sammarinese in caso di matrimonio con un cittadino straniero, ma si deve arrivare a giungo 2004 perché venga sancito il diritto, per la donna, di trasmettere la propria cittadinanza i figli, in condizioni di parità con l’uomo. A questi progressi, secondo la Reggenza, non sempre è corrisposta una analoga evoluzione di costumi. La violenza contro le donne è tuttora un problema sociale e, nonostante sia sempre più denunciata, rimane ancora oggi poco conosciuta e largamente sottostimata. In qualsiasi forma si manifesti, la violenza contro le donne – in particolare quella domestica – è legata - ha detto la Reggenza - a un sistema complesso di potere che si regge sul controllo e sulla paura. E’ una violenza di genere, rimasta a lungo invisibile soprattutto nelle famiglie, che ancora oggi si consuma nel silenzio. Ogni Stato, secondo i Capitani Reggenti, avrebbe invece il dovere di fare tutto ciò che è in suo potere per prevenirla, punire i responsabili e garantire alle vittime aiuto e un adeguato risarcimento morale e materiale. I Parlamenti, anche il nostro – ha concluso la Reggenza – possono svolgere un ruolo essenziale in questo ambito".

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