Gli occhi della politica sono puntati sull'Assemblea dei Soci di Cassa di Risparmio convocata lunedì e martedì. Si stringe il cerchio intorno alla figura dell'Amministratore Delegato. Sugli otto candidati in lizza ne sono rimasti in corsa tre, ritenuti dalla Segreteria Finanze – dopo colloqui e approfondimento dei curricula - i più adeguati a ristrutturare l'Istituto.
Sul tavolo anche le azioni di responsabilità. L'intenzione rimane quella di fare luce su una possibile mala gestio, sulla base della relazione di tre avvocati. Tema al centro del Cda fiume del 14 febbraio e che sta creando non poche tensioni. Pare che, anche al netto di prescrizioni, il campo di osservazione sia circoscritto dal 2014 in poi. Tornando all'oggi, l'amministratore delegato – al quale verranno conferiti importanti incarichi - sostituirà nel cda il membro di SSD Monica Bernardi.
In prospettiva, si vuole arrivare ad un consiglio di amministrazione con meno costi e rivisto, in parte, nei suoi componenti. Passaggio che si affianca alla futura revisione della Governance, anche alla luce delle decisioni sulla Fondazione, con la quale lo Stato sta trattando per un accordo che favorisca la sua uscita dalla compagine societaria. Ad intesa raggiunta, i due membri della Fondazione verrebbero quindi sostituiti. Sul tavolo c'è la possibilità che uno dei due possa essere espressione dell'opposizione.
Altro passaggio importante in Assemblea è legato all'impegno dello Stato, socio di maggioranza, a tagliare le spese, a partire dai compensi dei vertici. Il presidente – al netto dei benefit – percepisce 100.000 euro, il Direttore sopra i 200.000. A queste cifre verrà aggiunto lo stipendio del nuovo amministratore delegato il cui compito sarà proprio quello di ridurre i costi. In parallelo anche Banca Centrale vuol fare quadrare i conti. Gli stipendi pesano, sull'istituto di Via del Voltone, per circa 7 milioni. C'è l'impegno del direttivo, anche alla luce della Finanziaria, di ridurre la spesa del 23%.
MF
Sul tavolo anche le azioni di responsabilità. L'intenzione rimane quella di fare luce su una possibile mala gestio, sulla base della relazione di tre avvocati. Tema al centro del Cda fiume del 14 febbraio e che sta creando non poche tensioni. Pare che, anche al netto di prescrizioni, il campo di osservazione sia circoscritto dal 2014 in poi. Tornando all'oggi, l'amministratore delegato – al quale verranno conferiti importanti incarichi - sostituirà nel cda il membro di SSD Monica Bernardi.
In prospettiva, si vuole arrivare ad un consiglio di amministrazione con meno costi e rivisto, in parte, nei suoi componenti. Passaggio che si affianca alla futura revisione della Governance, anche alla luce delle decisioni sulla Fondazione, con la quale lo Stato sta trattando per un accordo che favorisca la sua uscita dalla compagine societaria. Ad intesa raggiunta, i due membri della Fondazione verrebbero quindi sostituiti. Sul tavolo c'è la possibilità che uno dei due possa essere espressione dell'opposizione.
Altro passaggio importante in Assemblea è legato all'impegno dello Stato, socio di maggioranza, a tagliare le spese, a partire dai compensi dei vertici. Il presidente – al netto dei benefit – percepisce 100.000 euro, il Direttore sopra i 200.000. A queste cifre verrà aggiunto lo stipendio del nuovo amministratore delegato il cui compito sarà proprio quello di ridurre i costi. In parallelo anche Banca Centrale vuol fare quadrare i conti. Gli stipendi pesano, sull'istituto di Via del Voltone, per circa 7 milioni. C'è l'impegno del direttivo, anche alla luce della Finanziaria, di ridurre la spesa del 23%.
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