Semplificazione fiscale per le imprese, credito d'imposta per assunzioni al Sud e la ricerca, concessioni balneari per 90 anni e rinegoziazione dei mutui a tasso variabile: sono tra cardini del decreto per lo sviluppo varato oggi dal Consiglio dei ministri italiano. E, dopo il sostanziale stop al referendum sul nucleare, arrivano gli incentivi al fotovoltaico. E Silvio Berlusconi dà il via libera al rimpasto di governo, in cui entrano nove nuovi sottosegretari dai Responsabili e dagli ex finiani, quella “terza gamba” della maggioranza che per il premier è “coesa e sicura” e che ora “può andare avanti sulle riforme”. Nel centrodestra, però, non tutti sono contenti delle nomine governative: non solo chi nel Pdl si vede sorpassato dagli ultimi arrivati ma anche i cristiano-popolari, rimasti a bocca asciutta. Il premier assicura che allargherà ulteriormente il governo. E l’opposizione insorge: per il leader dell’Udc Casini siamo alla “dimostrazione della fine del bipolarismo”; per Franceschini del Pd le nomine sono “una schifezza”. Ma è dai finiani che sul rimpasto arrivano le bordate più pesanti: in Fli si parla senza mezzi termini di “prezzo del tradimento ai cosiddetti disponibili” ai danni del presidente della Camera. E, mentre il centrosinistra subisce un’inaspettata bacchettata del presidente Napolitano, secondo cui se non sarà credibile resterà all’opposizione, c’è movimento nel Pdl: dopo aver indicato in Angelino Alfano il suo delfino, Berlusconi ci ripensa e dice di puntare su Tremonti. Ma nessuna decisione è stata presa: perché in fondo, commenta Casini, il vero erede di Berlusconi è lo stesso Berlusconi.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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