Nella giornata del gradimento del nuovo direttore di Banca Centrale lo scontro politico si consuma già nei corridoi di Palazzo. I consiglieri di minoranza non si presentano in Aula per l'appello. “Non è la prima volta che garantiamo il numero legale – dicono – è ora che lo faccia la maggioranza”.
Con soli 27 presenti la Reggenza aggiorna quindi la seduta. Al secondo appello l'opposizione è presente ma la tensione è alle stelle.
Davide Forcellini ringrazia ironicamente la maggioranza per aver degnato l'Aula – dice – della sua presenza.
L'attenzione si sposta su Banca Centrale.
Celli presenta il nuovo direttore indicato dal Consiglio Direttivo. “Roberto Moretti – afferma – è una figura professionale adeguata a ricoprire il ruolo”. Moretti ha un'esperienza pluriennale, maturata in istituzioni bancarie come l'Abi, e che si è concentrata in operazioni di ristrutturazioni di istituti bancari. A suo favore – continua Celli - gioca il fatto che abbia potuto misurarsi con problematiche del sistema sammarinese essendo stato nominato come membro del cda di Carisp, ruolo dal quale si è immediatamente sospeso.
Celli si sofferma poi sugli obiettivi, ribadendo le direttrici rispetto alle quali il nuovo direttore dovrà muoversi. Si guarda al processo di consolidamento a livello sistemico, che parte dall'uniformazione del nostro sistema bancario che avverrà in modo graduale e progressivo ai parametri Basilea 3 e un domani a Basilea 4.
Torna il tema della riorganizzazione del sistema, con la depurazione dei bilanci delle banche dagli npl.
E ancora: promuovere e incentivare aumenti di capitale necessari alle banche per rientrare nei coefficienti patrimoniali e nei parametri di vigilanza, aumenti di capitale che andranno favoriti attraverso accorpamenti delle istituzioni bancarie, interventi diretti dall'interno o dall'esterno delle banche; piani industriali che puntino alla competitività. Fondamentale, per Celli, il tema delle professionalità nei ruoli apicali.
Capitolo npl: serve un piano operativo della loro gestione, che preveda un'innovazione profonda della normativa per recupero crediti e procedure concorsuali. Nelle mission della governance la riorganizzazione di bcsm e il memorandum intesa con bankitalia.
La minoranza non risparmia critiche. Non piace il metodo con il quale si è arrivati a Moretti. “Non c'è stato confronto”, accusano in coro. “Perché – chiede Mariella Mularoni – non è stato nominato un sammarinese? Perché affidiamo le sorti della Repubblica, concedendo stipendi da favola e massimo potere a chi viene da fuori?”
Nel clima di forte tensione si inserisce l'alterco fra Rete e Civico 10.
Davide Forcellini accusa il Governo di essere contro i cittadini, affermazione che Matteo Ciacci definisce delirante puntando il dito contro Rete e i suoi rapporti con la Dc. "In passato con noi facevate l'opposizione nell'opposizione, oggi siete compatti con chi vi faceva schifo".
Gli risponde un'allibita Marianna Bucci che gli ricorda le numerose attività fatte insieme, dal referendum alle serate pubbliche. "Insieme abbiamo deciso di non garantire all'allora maggioranza il numero legale. Esattamente come oggi. La verità è che i nostri movimenti con Sinistra Unita hanno fatto tante cose insieme che la gente si aspettava di vederli uniti in coalizione".
Riguardo a Moretti Ciacci si sofferma sulla sua mission, in particolare nel processo di ristrutturazione profonda di Banca Centrale. Ciò significa: dieta dimagrante per restituirle credibilità, ridurre i mandati, proseguire il dialogo avviato da Capuano con politica e istituzioni bancarie, associazioni e istituti di credito.
In maggioranza c'è anche l'analisi sul cambio ai vertici. “Nessuno ha mai concluso in maniera pacifica o a scadenza naturale – dice Michele Muratori - è un campanello d'allarme che non possiamo ignorare”. “Inizia ad esserci in maggioranza una timida ammissione rispetto alla sequenza di nomine fallite oltre che in Banca Centrale anche in Cassa”, fa notare Denise Bronzetti. “Timide ammissioni che però non entrano nel merito di ragioni che vanno chiarite, altrimenti è probabile che seguano ulteriori fallimenti”.
“Moretti ha tutta la fiducia del governo”, afferma Nicola Renzi che torna sulla profonda riorganizzazione in Banca Centrale, “che non vuol dire – precisa - toccarne l'autonomia per quanto attiene l'attività di vigilanza che anzi, dovrà essere il nucleo di Bcsm”. In un momento in cui si parla di spending review – aggiunge - non sono più sostenibili certe forme contrattuali. Chi riorganizzerà dovrà avere coraggio e ragionare su una forma di contratto di lavoro che deve essere forzatamente rivisto. Se il settore vigilato ha fatto sacrifici, lo può fare anche Banca Centrale”.
Pasquale Valentini, sul direttore di Bcsm, critica l'aver preso un membro del cda di un soggetto vigilato. “Moretti si è sospeso – spiega - ma non è libero. E' stato nominato senza che sia nella piena facoltà delle sue funzioni”. E sulla sua mission, “dove ne abbiamo parlato? E' questo il luogo che deve assegnarla. Da quale esperto stiamo prendendo indicazioni per il futuro di Banca Centrale?
Per il Psd non si nomina un direttore in mancanza del Presidente. “Forse ha ragione chi chiede se è direttore a termine” commenta Capicchioni. “Se è così – chiede - cosa c'è sotto?” Poi ironizza: “si esce e si entra dai cda come nei reparti del supermercato”. La politica ha perso – afferma l'ex Segretario alle Finanze - perché non è stata in grado di creare sinergie con l'autorità di vigilanza per dare stabilità al sistema.
Marco Podeschi riporta l'attenzione sul comma in oggetto sottolineando che l'indicazione del direttore da parte del consiglio direttivo segue una linea adottata da sempre, anche per Giannini e Papi, così come ricorda la presenza nell'organismo anche dell'opposizione. Riguardo all'anomalia di un direttore membro del cda di carisp: “è cosa normale. Basta vedere da dove vengono capi di banche centrali del mondo”. E si toglie qualche sassolino ricordando che un membro sindacale di bcsm è anche membro sindacale dell'Azienda Servizi. Poi, un commento su Grais, “il presidente più inutile. Non ha imparato l'italiano, si è chiuso nel suo fortino, non parlava con nessuno, si è rifiutato di fare accountability”. Il nuovo direttore – dice - dovrà dialogare con il sistema.
Per Marianna Bucci, il segretario Celli è un giocatore solitario in una grande partita a scacchi. Non mancano le pedine, fatte avanzare e retrocedere. Che su Bcsm si debba intervenire siamo d'accordo, ma prima occorre agire sull'invadenza della politica.
Francesco Mussoni si dice deluso da un metodo che non dà stabilità al sistema nè reputazione. “Siamo avviliti, contrariati e delusi per l'assenza di un confronto nell'indicare chi diventerà punto di riferimento di tutto il sistema. L'abbiamo detto per Capuano. Lo ribadiamo da mesi.
Per Stefano Palmieri la nomina di Moretti è azzeccata. E' una figura – sottolinea – di grande esperienza e capacità. Soprattutto senza macchie”.
Riguardo alla mission, evidenzia che il sistema non è ancora pronto per assorbire quanto prevedono regole internazionali come Basilea 3. E' importante avviare un percorso di recepimento delle normative e formazione di personale.
Luca Boschi rileva la criticità già evidenziata da Capuano e Grais, ovvero la scarsa attitudine al cambiamento del nostro sistema. Avevano individuato come strumento fondamentale l'adesione a partnership con fmi. Governo e maggioranza hanno deciso di prendere tempo per presentarsi agli organi internazionali con un progetto paese e quindi con assoluta forza.
Elena Tonnini punta il dito su sovrapposizioni nelle nomine avvertendo che la credibilità del sistema non si conquista con continui travasi, come se certe figure fossero intercambiabili. "Si cerca un profilo per rilanciare il sistema o sodali? Non è normale che Moretti provenga dal Cda di Cassa senza essersi dimesso. Non si parla di profili ma di nomi calati dall'alto."
Si parla ancora una volta di mission – fa notare Alessandro Mancini - ma è frutto solamente del lavoro del governo e di pochi intimi. Non ricordo nessun ordine del giorno con indicazioni a BCSM con le coordinate per rimettere in moto il sistema”. "Come al solito in questo comma si è parlato dell'universo mondo del sistema bancario – commenta Nicola Selva. "E' vero, non è normale nominare in poco tempo un Dg di Banca Centrale, ma in questo momento politico di normale c'è poco, da molto tempo, per motivi non riconducibili a questa maggioranza".
Con soli 27 presenti la Reggenza aggiorna quindi la seduta. Al secondo appello l'opposizione è presente ma la tensione è alle stelle.
Davide Forcellini ringrazia ironicamente la maggioranza per aver degnato l'Aula – dice – della sua presenza.
L'attenzione si sposta su Banca Centrale.
Celli presenta il nuovo direttore indicato dal Consiglio Direttivo. “Roberto Moretti – afferma – è una figura professionale adeguata a ricoprire il ruolo”. Moretti ha un'esperienza pluriennale, maturata in istituzioni bancarie come l'Abi, e che si è concentrata in operazioni di ristrutturazioni di istituti bancari. A suo favore – continua Celli - gioca il fatto che abbia potuto misurarsi con problematiche del sistema sammarinese essendo stato nominato come membro del cda di Carisp, ruolo dal quale si è immediatamente sospeso.
Celli si sofferma poi sugli obiettivi, ribadendo le direttrici rispetto alle quali il nuovo direttore dovrà muoversi. Si guarda al processo di consolidamento a livello sistemico, che parte dall'uniformazione del nostro sistema bancario che avverrà in modo graduale e progressivo ai parametri Basilea 3 e un domani a Basilea 4.
Torna il tema della riorganizzazione del sistema, con la depurazione dei bilanci delle banche dagli npl.
E ancora: promuovere e incentivare aumenti di capitale necessari alle banche per rientrare nei coefficienti patrimoniali e nei parametri di vigilanza, aumenti di capitale che andranno favoriti attraverso accorpamenti delle istituzioni bancarie, interventi diretti dall'interno o dall'esterno delle banche; piani industriali che puntino alla competitività. Fondamentale, per Celli, il tema delle professionalità nei ruoli apicali.
Capitolo npl: serve un piano operativo della loro gestione, che preveda un'innovazione profonda della normativa per recupero crediti e procedure concorsuali. Nelle mission della governance la riorganizzazione di bcsm e il memorandum intesa con bankitalia.
La minoranza non risparmia critiche. Non piace il metodo con il quale si è arrivati a Moretti. “Non c'è stato confronto”, accusano in coro. “Perché – chiede Mariella Mularoni – non è stato nominato un sammarinese? Perché affidiamo le sorti della Repubblica, concedendo stipendi da favola e massimo potere a chi viene da fuori?”
Nel clima di forte tensione si inserisce l'alterco fra Rete e Civico 10.
Davide Forcellini accusa il Governo di essere contro i cittadini, affermazione che Matteo Ciacci definisce delirante puntando il dito contro Rete e i suoi rapporti con la Dc. "In passato con noi facevate l'opposizione nell'opposizione, oggi siete compatti con chi vi faceva schifo".
Gli risponde un'allibita Marianna Bucci che gli ricorda le numerose attività fatte insieme, dal referendum alle serate pubbliche. "Insieme abbiamo deciso di non garantire all'allora maggioranza il numero legale. Esattamente come oggi. La verità è che i nostri movimenti con Sinistra Unita hanno fatto tante cose insieme che la gente si aspettava di vederli uniti in coalizione".
Riguardo a Moretti Ciacci si sofferma sulla sua mission, in particolare nel processo di ristrutturazione profonda di Banca Centrale. Ciò significa: dieta dimagrante per restituirle credibilità, ridurre i mandati, proseguire il dialogo avviato da Capuano con politica e istituzioni bancarie, associazioni e istituti di credito.
In maggioranza c'è anche l'analisi sul cambio ai vertici. “Nessuno ha mai concluso in maniera pacifica o a scadenza naturale – dice Michele Muratori - è un campanello d'allarme che non possiamo ignorare”. “Inizia ad esserci in maggioranza una timida ammissione rispetto alla sequenza di nomine fallite oltre che in Banca Centrale anche in Cassa”, fa notare Denise Bronzetti. “Timide ammissioni che però non entrano nel merito di ragioni che vanno chiarite, altrimenti è probabile che seguano ulteriori fallimenti”.
“Moretti ha tutta la fiducia del governo”, afferma Nicola Renzi che torna sulla profonda riorganizzazione in Banca Centrale, “che non vuol dire – precisa - toccarne l'autonomia per quanto attiene l'attività di vigilanza che anzi, dovrà essere il nucleo di Bcsm”. In un momento in cui si parla di spending review – aggiunge - non sono più sostenibili certe forme contrattuali. Chi riorganizzerà dovrà avere coraggio e ragionare su una forma di contratto di lavoro che deve essere forzatamente rivisto. Se il settore vigilato ha fatto sacrifici, lo può fare anche Banca Centrale”.
Pasquale Valentini, sul direttore di Bcsm, critica l'aver preso un membro del cda di un soggetto vigilato. “Moretti si è sospeso – spiega - ma non è libero. E' stato nominato senza che sia nella piena facoltà delle sue funzioni”. E sulla sua mission, “dove ne abbiamo parlato? E' questo il luogo che deve assegnarla. Da quale esperto stiamo prendendo indicazioni per il futuro di Banca Centrale?
Per il Psd non si nomina un direttore in mancanza del Presidente. “Forse ha ragione chi chiede se è direttore a termine” commenta Capicchioni. “Se è così – chiede - cosa c'è sotto?” Poi ironizza: “si esce e si entra dai cda come nei reparti del supermercato”. La politica ha perso – afferma l'ex Segretario alle Finanze - perché non è stata in grado di creare sinergie con l'autorità di vigilanza per dare stabilità al sistema.
Marco Podeschi riporta l'attenzione sul comma in oggetto sottolineando che l'indicazione del direttore da parte del consiglio direttivo segue una linea adottata da sempre, anche per Giannini e Papi, così come ricorda la presenza nell'organismo anche dell'opposizione. Riguardo all'anomalia di un direttore membro del cda di carisp: “è cosa normale. Basta vedere da dove vengono capi di banche centrali del mondo”. E si toglie qualche sassolino ricordando che un membro sindacale di bcsm è anche membro sindacale dell'Azienda Servizi. Poi, un commento su Grais, “il presidente più inutile. Non ha imparato l'italiano, si è chiuso nel suo fortino, non parlava con nessuno, si è rifiutato di fare accountability”. Il nuovo direttore – dice - dovrà dialogare con il sistema.
Per Marianna Bucci, il segretario Celli è un giocatore solitario in una grande partita a scacchi. Non mancano le pedine, fatte avanzare e retrocedere. Che su Bcsm si debba intervenire siamo d'accordo, ma prima occorre agire sull'invadenza della politica.
Francesco Mussoni si dice deluso da un metodo che non dà stabilità al sistema nè reputazione. “Siamo avviliti, contrariati e delusi per l'assenza di un confronto nell'indicare chi diventerà punto di riferimento di tutto il sistema. L'abbiamo detto per Capuano. Lo ribadiamo da mesi.
Per Stefano Palmieri la nomina di Moretti è azzeccata. E' una figura – sottolinea – di grande esperienza e capacità. Soprattutto senza macchie”.
Riguardo alla mission, evidenzia che il sistema non è ancora pronto per assorbire quanto prevedono regole internazionali come Basilea 3. E' importante avviare un percorso di recepimento delle normative e formazione di personale.
Luca Boschi rileva la criticità già evidenziata da Capuano e Grais, ovvero la scarsa attitudine al cambiamento del nostro sistema. Avevano individuato come strumento fondamentale l'adesione a partnership con fmi. Governo e maggioranza hanno deciso di prendere tempo per presentarsi agli organi internazionali con un progetto paese e quindi con assoluta forza.
Elena Tonnini punta il dito su sovrapposizioni nelle nomine avvertendo che la credibilità del sistema non si conquista con continui travasi, come se certe figure fossero intercambiabili. "Si cerca un profilo per rilanciare il sistema o sodali? Non è normale che Moretti provenga dal Cda di Cassa senza essersi dimesso. Non si parla di profili ma di nomi calati dall'alto."
Si parla ancora una volta di mission – fa notare Alessandro Mancini - ma è frutto solamente del lavoro del governo e di pochi intimi. Non ricordo nessun ordine del giorno con indicazioni a BCSM con le coordinate per rimettere in moto il sistema”. "Come al solito in questo comma si è parlato dell'universo mondo del sistema bancario – commenta Nicola Selva. "E' vero, non è normale nominare in poco tempo un Dg di Banca Centrale, ma in questo momento politico di normale c'è poco, da molto tempo, per motivi non riconducibili a questa maggioranza".
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