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CGG: lo scontro si riaccende su Npl di Cassa e finanziamento estero

9 gen 2018
Palazzo Pubblico
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È ormai tramontato il clima collaborativo registratosi nelle ultime fasi della Finanziaria ed auspicato da maggioranza e Governo. “Non c'è perché cercate il dialogo a giochi fatti”, attacca Matteo Zeppa. “Si chiede alle opposizioni di fare sistema chiamandola in causa soprattutto per Cassa, problema dei problemi evidenziato anche dal Fondo Monetario che sostiene che la svalutazione degli oltre 500 milioni di Carisp vanno messi a bilancio”. È un attacco su più fronti, a partire dall'ipotesi di finanziamento al FMI. C'era la possibilità di rivolgersi all'Italia ma la via con Roma non è stata giudicata percorribile nel breve periodo perché con le elezioni manca il referente. “Eppure Celli – fa presente Zeppa – non ha menzionato Bankitalia che non è organismo politico". Si mettono in discussione i rapporti con l'Italia ma Nicola Renzi rassicura: sono buoni come mai in passato. È attivo il tavolo tecnico con il Mef. I contatti costanti. '
Dalle mie fonti romane, le stesse del capogruppo Morganti
– incalza Federico Pedini Amati - non mi risulta che I rapporti siano buoni, soprattutto non è stato chiesto all'Italia una linea di credito". Nello scontro entrano anche i 40 milioni di finanziamento concessi da banche italiane con il tramite del Cis al Polo della Moda. Gli interessi verranno pagati per l'80% dallo Stato sammarinese come credito agevolato "a condizioni non favorevoli al paese" – attacca Davide Forcellini, che non risparmia critiche ad un Governo “che lavora contro il paese e la cui agenda politica viene dettata da speculatori”. Tema cavalcato anche dalla Dc. Marco Gatti chiede verifiche del comitato valutatore sul rispetto della convenzione e il riferimento in Consiglio. “Siamo in violazione a quanto deciso in Aula – afferma Teodoro Lonfernini -, qualunque tipo di variazione alla convenzione non può essere decisa dal Congresso”. Si chiedono anche lumi sulla notizia circolata in questi giorni della vendita degli Npl di Cassa. “Se il progetto di stabilità del Paese prevede la gestione comune per risanare tutto il sistema bancario, se l'istituto dello Stato lavora per vendere in proprio gli npl – avverte Pasquale Valentini - il castello alla base di un progetto paese salta per aria.

Gatti presenta due odg in cui si chiede di bloccare la vendita dei crediti “Delta” e che ogni decisione sulla cessione avvenga esclusivamente se autorizzata dai due terzi del Consiglio Grande e Generale. Riguardo alla gestione, si chiede sia pubblica. “Se non è vera – dicono le opposizioni – venga smentita”. E la smentita arriva da Giuseppe Morganti: “Non c'è nessuna volontà di procedere alla cessione npl il dieci di gennaio”. Assicura poi il coinvolgimento del Consiglio nel caso in cui questa ipotesi dovesse prendere piede. Sottolinea il peso su Cassa di importanti risorse immobilizzate ed infruttifere, che rendono difficile la ripresa dell'attività della banca. Rivela inoltre che i primi mesi del 2016, c'era stato il tentativo, sventata dalla proprietà, di cessione degli Npl per una cifra irrisoria. “Non è più sul tappeto questa cifra”. Si appella poi ad una condivisione del percorso, perché “non avremo credibilità senza un progetto comune”. Smentisce la vendita degli Npl anche Guerrino Zanotti. Assicura il confronto, “Cassa ha come socio unico l'Eccellentissima Camera e quindi è dello Stato, non del Governo”. Sulla richiesta di aiuto al Fondo tranquillizza: non verrà avanzata – dice – durante la visita. Invita però anche lui ad una sintesi sull'analisi dei dati che porteranno alle scelte future. Condivisione che però appare lontana. “È stato steso il tappeto rosso per la vendita” - dice Elena Tonnini - “ieri c'era già chi si sfregava le mani”. Afferma poi che stanno tornando somme dall'Italia per cause vinte, “oltre 10 milioni dati come persi da un bilancio non prudenziale ma predatorio, tanto che il Fondo ci ha segnalato un preoccupante incremento nel rapporto debito/pil proprio in conseguenza di quei 534 milioni”. Si dice preoccupato sulla notizia di cessione degli Npl anche il Ps. “Fanno gola pochi soldi e subito ma quanto pochi sono – chiede Alessandro Mancini - rispetto a quelli recuperabili nel tempo? Se si imbocca questa strada significa cambiare quello che è stato detto fino ad oggi”. Riguardo alle rassicurazioni di Morganti, “quest'Aula certe decisioni le ha già prese con odg e l' approvazione da parte della maggioranza della relazione di Celli su bad bank e veicolo pubblico. Cosa racconterete al Fondo rispetto a quanto sostenuto solo tre mesi fa?”

Sugli npl Roberto Giorgetti registra un cambiamento delle posizioni di consiglieri di minoranza che solo a maggio sostenevano la bontà di una gestione privata. “Sono stati fatti convegni”, ricorda. “Prendo atto con soddisfazione di questo cambiamento di approccio perché io come altri della maggioranza siamo convinti che lo Stato debba avere un ruolo di primo piano”. Sul reperimento risorse pubbliche “non ci sarà blitz – assicura - ma confronto allargato per fare le scelte più opportune che non saranno tutti vantaggi e nessun sacrificio”. Torna ancora una volta l'invito di SSD a collaborare, per trovare punti condivisi, “anche con discussione in commissione finanze”, afferma Tony Margiotta. “Per una condivisione del percorso, i cui appelli non sembrano di tutta la maggioranza e del Governo, – dice Denise Bronzetti – servono informazioni, come i dati aqr. Ve li chiediamo da mesi per fare le opportune valutazioni. Se siete in grado di garantire i percorsi indicati con atti formali da parte del Consiglio, il supporto dell'opposizione non mancherà. Altrimenti continueremo le nostre battaglie”. Nel giro di un anno – dice Iro Belluzzi - abbiamo un debito pubblico che si è triplicato. Accende i riflettori anche sull'Iss , sulle lunghe attese in pronto soccorso come vissuto da lui stesso recentemente. Anche altri consiglieri di minoranza tornano sull'ospedale, la carenza di medici. “Ci costringono ad andare fuori a pagamento – chiosa Gatti. Parliamo di muri di strutture nuove ma dentro i problemi rimangono”. Nel dibattito entra anche il contratto in scadenza di Paolo Rondelli, il sospetto che ci siano motivazioni dietro alla possibilità che non venga riconfermato considerando i risultati ottenuti. Risponde Marco Podeschi. “Non è un scelta sulla persona – spiega - ma è facoltà del Congresso rinnovare o meno incarichi dirigenziali. Non si è dirigenti per tutta la vita, altrimenti la legge lo avrebbe previsto. E rientra – continua – in una mia idea di cambiamento”. Si toglie qualche sassolino: “quando si parla di cultura gli obiettivi raggiunti cambiano rispetto a chi li giudica”. A chi ad esempio definisce “elevato” lo spettacolo di Sgarbi, Podeschi fa presente “la sequela di improperi e insulti alle donne”. Si parla di incassi della stagione teatrale di circa 59.000 euro, Il Segretario alla Cultura invita a riflettere anche sui costi delle attività e sugli obiettivi da raggiungere. C'è anche un altro comma che promette scintille, quello sulla sostituzione in commissione Giustizia. Un odg firmato dall'opposizione chiede di soprassedere. Richiesta che si rende opportuna – si legge – perché le ragioni che hanno condotto alle dimissioni sono lungi dall'essere superate. "Mi stupisce la richiesta - commenta Giorgetti - dopo che i membri sono usciti sbattendo la porta, rifiutando mediazioni e - come nel caso di Ciavatta - promettendo denunce penali".


MF

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