“Non è finito tutto a tarallucci e vino come qualcuno crede”. Così Marco Arzilli di Noi Sammarinesi commenta l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale, dopo il lungo dibattito sul caso Selva. “Avremmo preferito che anche il Presidente della Commissione di inchiesta rassegnasse le dimissioni – sottolinea Arzilli – ma la conclusione è che un uomo del Psd ha lasciato il Consiglio ed un altro è stato commissariato”. Secondo Augusto Casali del Nuovo Partito Socialista, quello che è accaduto è di una gravità senza precedenti e mette a repentaglio la credibilità di tutta la classe politica. “Grazie al senso di responsabilità dell’opposizione e di certi versanti della maggioranza - commenta Casali - siamo riusciti a mettere una pezza e a smontare le tesi di chi gridava al complotto. E’ evidente - sottolinea Casali - che Selva ha avuto dei complici ma questi - aggiunge - vanno cercati all’interno della maggioranza. Adesso la Commissione di inchiesta deve fare chiarezza e arrivare alle conclusioni in tempi brevi per salvare la credibilità delle nostre istituzioni. E domani - ha anticipato il consigliere di Nps - se tutto procede secondo presupposti di chiarezza, consegnerò alla Commissione nuovi documenti".
Per Glauco Sansovini di Alleanza Nazionale è stato un “fattaccio senza precedenti, che ha messo in luce il decadimento della politica. C’è stata una talpa e questa - sottolinea - certamente non va cercata nell’opposizione, dal momento che Selva fa parte della maggioranza".
Per il segretario della Dc su questa vicenda, così come sulla San Marino Giochi, l’opposizione ha trovato linee comuni: "L’ordine del giorno - afferma Pier Marino Menicucci - è un atto politico importante, perché rappresenta il commissariamento totale del Presidente della Commissione di Inchiesta. Meglio – aggiunge - avrebbe fatto Rossini a dimettersi” ma secondo Menicucci, il Psd non aveva la forza per farlo perché aveva già perso un consigliere importante. E’ un partito in grave difficoltà, dice il segretario della DC, un partito che in pochi giorni è stato sconfessato su molte vicende.
Diverso il giudizio per Ap, in particolare per l’intervento di Fernando Bindi "conscio - secondo Menicucci - dell’impossibilità del quadro politico di non valutare quel che stava accadendo. La maggioranza - conclude il segretario della DC - si è indebolita internamente e agli occhi dell’opinione pubblica".
“Ap - aggiunge Claudio Podeschi - non poteva non dire che senza un atto credibile la commissione non poteva andare avanti. Ecco perché è arrivata la soluzione del commissariamento".
"Sta al governo - commenta Romeo Morri dei Popolari - dimostrare all’opinione pubblica che vuole portare a termine i lavori della commissione di inchiesta. L’opposizione ha sempre partecipato con serietà e impegno". Per Morri "tutto quello che è successo è farina del sacco del Psd e questa vicenda è destinata a lasciare il segno".
Per Glauco Sansovini di Alleanza Nazionale è stato un “fattaccio senza precedenti, che ha messo in luce il decadimento della politica. C’è stata una talpa e questa - sottolinea - certamente non va cercata nell’opposizione, dal momento che Selva fa parte della maggioranza".
Per il segretario della Dc su questa vicenda, così come sulla San Marino Giochi, l’opposizione ha trovato linee comuni: "L’ordine del giorno - afferma Pier Marino Menicucci - è un atto politico importante, perché rappresenta il commissariamento totale del Presidente della Commissione di Inchiesta. Meglio – aggiunge - avrebbe fatto Rossini a dimettersi” ma secondo Menicucci, il Psd non aveva la forza per farlo perché aveva già perso un consigliere importante. E’ un partito in grave difficoltà, dice il segretario della DC, un partito che in pochi giorni è stato sconfessato su molte vicende.
Diverso il giudizio per Ap, in particolare per l’intervento di Fernando Bindi "conscio - secondo Menicucci - dell’impossibilità del quadro politico di non valutare quel che stava accadendo. La maggioranza - conclude il segretario della DC - si è indebolita internamente e agli occhi dell’opinione pubblica".
“Ap - aggiunge Claudio Podeschi - non poteva non dire che senza un atto credibile la commissione non poteva andare avanti. Ecco perché è arrivata la soluzione del commissariamento".
"Sta al governo - commenta Romeo Morri dei Popolari - dimostrare all’opinione pubblica che vuole portare a termine i lavori della commissione di inchiesta. L’opposizione ha sempre partecipato con serietà e impegno". Per Morri "tutto quello che è successo è farina del sacco del Psd e questa vicenda è destinata a lasciare il segno".
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