La Circolare del 5 dicembre 2014, recante le disposizioni attuative e le indicazioni operative in materia di certificazione telematica dei ricavi del Decreto Smac, tra le altre cose definisce che “lo Stato, gli Enti Pubblici o assimilati, enti o associazioni giuridicamente riconosciuti e senza scopo di lucro sono assoggettati alle disposizioni del Decreto n. 176/2014 limitatamente alle cessioni di beni e servizi posti in essere verso privati muniti di carta SMaC, che all’atto del pagamento facciano richiesta di tracciatura telematica ai fini della relativa deducibilità delle spese.”
Al momento la legge non prevede deroghe, quindi si dovrebbe applicare la Smac anche per attività che sono svolte non a scopo di lucro da Associazioni, Comitati Feste, Giunte di Castello, tanto per fare degli esempi.
Per vendere la piadina ad una Festa di Castello, piuttosto che la tessera di un’Associazione, ci si dovrebbe pertanto munire di Pos Smac/Portale Smac al fine di permettere all’acquirente la ormai famosa “strisciata”.
E’ chiaro che attraverso questo “modus operandi” la gestione di un’attività senza scopo di lucro si va ad appesantire e si costringeranno Associazioni, Società Sportive, Comitati che svolgono le proprie iniziative di volontariato con spirito di sacrificio, a ridurre o addirittura evitare l’organizzazione di eventi e manifestazioni: alla faccia della semplificazione!
Ma non ci sono solo queste situazioni: pensiamo anche a chi svolge attività a scopo di lucro, come gli ambulanti italiani che partecipano ai mercati che, ai sensi del Decreto Smac, dovranno aprire un conto a San Marino e dotarsi di Pos Smac con successiva registrazione dei ricavi sul portale.
E’ evidente come, anche in questo caso, la procedura prevista sia di impossibile applicazione.
Questi casi, ancora una volta, denunciano le modalità approssimative con cui uno strumento chiave ai fini dell’applicazione della riforma fiscale, come la Smac fiscale, è stata introdotta. Ancora una volta dimostrano le tempistiche sbagliate con cui si è deciso di portare avanti una riforma che inasprisce i tributi, per sua natura quindi invisa a buona parte della popolazione, fomentando in questo modo i contrasti e generando appigli per la protesta.
Confidiamo che, da un lato, si faccia chiarezza sull’applicabilità del comma sopra citato della Circolare del 5 dicembre, sempre che la stessa Segreteria abbia idee chiare in merito; dall’altro lato crediamo sia opportuno un confronto con le parti in gioco, fra cui ovviamente ci sono le opposizioni, per calarsi nella realtà e affrontare le difficoltà operative di ogni attività.
Al momento la legge non prevede deroghe, quindi si dovrebbe applicare la Smac anche per attività che sono svolte non a scopo di lucro da Associazioni, Comitati Feste, Giunte di Castello, tanto per fare degli esempi.
Per vendere la piadina ad una Festa di Castello, piuttosto che la tessera di un’Associazione, ci si dovrebbe pertanto munire di Pos Smac/Portale Smac al fine di permettere all’acquirente la ormai famosa “strisciata”.
E’ chiaro che attraverso questo “modus operandi” la gestione di un’attività senza scopo di lucro si va ad appesantire e si costringeranno Associazioni, Società Sportive, Comitati che svolgono le proprie iniziative di volontariato con spirito di sacrificio, a ridurre o addirittura evitare l’organizzazione di eventi e manifestazioni: alla faccia della semplificazione!
Ma non ci sono solo queste situazioni: pensiamo anche a chi svolge attività a scopo di lucro, come gli ambulanti italiani che partecipano ai mercati che, ai sensi del Decreto Smac, dovranno aprire un conto a San Marino e dotarsi di Pos Smac con successiva registrazione dei ricavi sul portale.
E’ evidente come, anche in questo caso, la procedura prevista sia di impossibile applicazione.
Questi casi, ancora una volta, denunciano le modalità approssimative con cui uno strumento chiave ai fini dell’applicazione della riforma fiscale, come la Smac fiscale, è stata introdotta. Ancora una volta dimostrano le tempistiche sbagliate con cui si è deciso di portare avanti una riforma che inasprisce i tributi, per sua natura quindi invisa a buona parte della popolazione, fomentando in questo modo i contrasti e generando appigli per la protesta.
Confidiamo che, da un lato, si faccia chiarezza sull’applicabilità del comma sopra citato della Circolare del 5 dicembre, sempre che la stessa Segreteria abbia idee chiare in merito; dall’altro lato crediamo sia opportuno un confronto con le parti in gioco, fra cui ovviamente ci sono le opposizioni, per calarsi nella realtà e affrontare le difficoltà operative di ogni attività.
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