Toni sostenuti fin dalle prime battute nella riunione della Commissione Esteri, segnata dal caso Galassi e dal report del Commissario Europeo per i diritti dell'uomo. Ad aprire le danze le osservazioni di Marco Podeschi, che critica il Congresso di Stato per l'assenza di iniziative in merito all'ambasciatore presso la Santa Sede. “Si sono attese le sue dimissioni spontanee – ha detto – evitando di agire tempestivamente”. Concordano Luca Santolini di Civico 10, Toni Margiotta di Sinistra Unita e Matteo Zeppa di Rete, che, pur senza menzionarlo, invoca il mea culpa di Valentini e lo invita a lasciare il proprio incarico. La tensione si allenta dopo il riferimento del Segretario agli Esteri, che sostiene nulla lasciasse presagire ombre sull'ex ambasciatore in Vaticano al momento della nomina. “Non sono emerse – spiega - controindicazioni, né ragioni per non procedere”. Valentini rivela di aver preso contatti con Galassi quando le indagini sul suo conto sono diventate di dominio pubblico, dopo l'arresto di Gabriele Gatti, e di aver portato in Congresso di Stato le sue dimissioni immediate, dando subito comunicazione alla Santa Sede. Spiegazioni che non convincono completamente le opposizioni che avrebbero voluto maggiore tempestività. Toni polemici anche sul report del Commissario europeo per i diritti umani, e le sue raccomandazioni sulla legge per l'editoria. Le opposizioni ricordano la stroncatura dei loro emendamenti in fase di approvazione della legge. “Se fossimo stati ascoltati – affermano – avremmo evitato questa ennesima brutta figura”. Al Governo la sollecitazione ad accogliere in tempi brevi le raccomandazioni contenute nel rapporto.
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